Chiara Ferragni scatta l’inchiesta della Procura di Milano per la vicenda del pandoro griffato Balocco. I problemi potrebbero non finire: il Codacons chiede nuove indagini sul caso uova di Pasqua. Consumatori sul piede di guerra: richieste di risarcimento
Chiara Ferragni originaria di Cremona sta vivendo un momento particolare a causa della vicenda del pandoro griffato Balocco e l’errore di “comunicazione” generato dalla questione della vendita legata ai fondi da destinare all’acquisto di macchinari medici.
Nonostante il passare dei giorni, però, la questione diventa sempre più complessa a tal punto che la Guardia di Finanza potrebbe così propendere per una indagine approfondita. Al momento è stata confermata l’apertura di un fascicolo, senza però alcun indagato.
La decisione della Procura di Milano
La Guardia di Finanza di Milano, su delega del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, farà le dovute indagini sulla vicenda del pandoro promosso da Chiara Ferragni. In questo caso, infatti, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo modello 45, senza però alcuna ipotesi di reato e nemmeno indagati.
L’obiettivo resta fare chiarezza sulla vicenda della mancata beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino. I proventi della vendita del pandoro Balocco sarebbero dovuti andare alla struttura ospedaliera, ma così non è stato. Proprio per questo le Fiamme Gialle hanno acquisito i documenti dell’Antitrust che ha multato le società della influencer e anche l’azienda Balocco per “pratica commerciale scorretta”.
Tutto è scattato dopo l’annuncio degli esposti in 104 procure italiane da parte del Codacons. Subito dopo lo scandalo la stessa Ferragni aveva pubblicato un video social (28 milioni di visualizzazioni) chiedendo scusa e cercando di “dare concretezza a questo mio gesto devolverò un milione di euro all’ospedale torinese, ho commesso un errore di comunicazione“.
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Indagine si allarga
Il Codacons ha spiegato di volerci vedere chiaro a tal punto da chiedere accertamenti investigativi. Nuovi problemi potrebbero esserci per Chiara Ferragni, nello specifico il caso sarebbe quello delle uova da Pasqua del 2021 e del 2022. A riportare la notizia è Il Fatto Quotidiano con un pezzo a firma di Selvaggia Lucarelli, che ha parlato anche della collaborazione con Dolci Preziosi. Si sarebbe dovuto trattare di un progetto benefico, quello con “I Bambini delle Fate” che avrebbe fruttato all’influencer inizialmente 500mila euro, poi 700mila, ma l’unica donazione fatta sarebbe di 36mila euro (quella di Dolci Preziosi). Lo stesso imprenditore Franco Cannillo ha spiegato che non c’è correlazione fra le vendite delle uova e la donazione a “I bambini delle Fate”.
La posizione de “I Bambini delle Fate”
Sul caso è intervenuto anche Franco Antonello, fondatore de “I bambini delle fate” che ha parlato dopo lo scandalo sul pandoro griffato Balocco. L’uomo è da sempre impegnato nel sociale – ha un figlio con autismo – precisando al contempo che la sua associazione ha stretto un accordo con Dolci Preziosi: “Loro volevano scrivere che la donazione era legata alle vendite. Noi ci siamo rifiutati e abbiamo permesso di usare l’espressione ‘Sosteniamo i Bambini delle fate“, spiega Antonello.
Le richieste di risarcimento
Nel frattempo una valanga di polemiche ha travolto Chiara Ferragni e la sua famiglia per la questione del pandoro griffato e dei proventi. I consumatori si sono mossi in centinaia e avrebbero chiesto al Codacons di riavere indietro i soldi poiché pensavano che le somme spese per l’acquisto dell’uovo di Pasqua sarebbero andati all’associazione che si occupa di bambini con autismo. Fioccano le richieste di risarcimento per il pandoro Balocco, sono migliaia, l’associazione di consumatori sta valutando in quale modo risarcire le parti offese. Una delle ipotesi sarebbe la restituzione della differenza fra il costo pandono senza griffe (oltre 3 euro) e quello targato Ferragni (superiore ai nove euro).