L’idea è stata quindi di indire un bando dal titolo “San Vittore, spazio alla bellezza”, aperto fino al 18 gennaio 2021, rivolto a progettisti, architetti, designer, urbanisti e ingegneri.
I requisiti per aderire all’iniziativa, con lavori individuali o di gruppo, sono:
– Un’età compresa entro i 40 anni per il singolo progettista o almeno un componente all’interno di un gruppo di lavoro;
– L’iscrizione all’Albo professionale di riferimento di Milano e provincia del singolo o di almeno uno dei componenti del gruppo di lavoro.
Il progetto si avvale della collaborazione di altri enti che già operano nella realtà penitenziaria e che realizzeranno interviste e osservazioni sul campo, per individuare i bisogni e orientare l’utilizzo degli spazi riprogettati.
Nelle intenzioni degli enti coinvolti, “San Vittore può e vuole diventare un riferimento di eccellenza in grado di trasformare la reclusione in un’opportunità di crescita grazie all’apertura verso l’esterno […]”.
Alla chiusura del bando, saranno selezionati un massimo di 6 progetti ai quali saranno assegnati altrettanti casi studio. Si aprirà quindi la fase di sviluppo con il supporto di un team di ricerca, l’organizzazione di sopralluoghi e rilievi presso la Casa Circondariale.
Il risultato di questa fase dovrà produrre un progetto flessibile e replicabile anche in altri contesti carcerari.
La consegna dei progetti è prevista a giugno 2021 quando saranno presentati sia in Triennale sia a San Vittore.
L’iniziativa è coordinata da Lorenza Baroncelli, direttore artistico e curatore per architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale Milano.
La collaborazione tra i due enti è stata avviata nel 2018 con il progetto “ti Porto in prigione” promosso dall’Associazione Amici della Nave e proseguito nel 2019 con “PosSession”, un’iniziativa che univa fotografia e teatro in una riflessione sulla detenzione femminile e sull’arte vista come strumento di recupero.
“Triennale sta portando avanti in modo sistematico collaborazioni con diverse realtà del territorio cittadino – ha commentato Stefano Boeri, presidente della Triennale – accogliendo iniziative culturali con cui condivide obiettivi e progettualità per essere sempre di più un luogo inclusivo, sensibile alle urgenze del contemporaneo […]”.
“[…] La casa circondariale può e vuole diventare un riferimento di eccellenza – ha aggiunto Giacinto Siciliano, direttore di San Vittore – in grado di trasformare la reclusione in un’opportunità di crescita grazie all’apertura verso l’esterno e a un cambiamento guidato da un pensiero complessivo sulla consapevolezza che la bellezza possa suscitare spontanee sensazioni piacevoli, provocare suggestioni ed emozioni positive e generare un senso di riflessione costruttiva”.