Caccia: le modifiche al provvedimento scatenano polemiche

La proposta di modifica presentata dalla Lega alla legge regionale 26/93 che disciplina la caccia sta suscitando non poche polemiche.

Il dissenso alberga sia tra le associazioni ambientaliste sia tra quelle che riuniscono i cacciatori che, nello specifico contestano l’obbligo di un giubbino ad alta visibilità per le guardie venatorie volontarie.

Secondo Filippo Bamberghi, coordinatore delle guardie Wwf Milano: “Si è poi cercato di confondere le acque introducendo nel testo un’assurda distinzione fra antibracconaggio e normale vigilanza venatoria, come se le questioni fossero distinte e i volontari dovessero stabilire e annunciare prima di ogni uscita, tra l’altro coordinata da polizia provinciale e carabinieri forestali, l’attività da svolgere”.
Ha quindi aggiunto: “è stato esteso l’obbligo dell’abbigliamento ad alta visibilità ai cacciatori. Però, se loro ne vengono trovati privi subiranno una multa di 30 euro, mentre la guardia venatoria verrà sospesa per un anno”.

Su quest’ultimo punto si è espresso l’assessore regionale all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi Fabio Rolfi che ha insistito sul tema della sicurezza per i cacciatori, visto il numero di vittime che si registra ogni anno, e promesso di rivedere il capitolo dedicato alle sanzioni.

Per parte loro le associazioni animaliste, dal Wwf alla Lipu, criticano altri aspetti della legge primo tra tutti la possibilità di caccia al cinghiale in deroga possibile tutto l’anno e con l’uso di un visore notturno, elemento che si scontra con quanto invece stabilisce la Corte di Cassazione.
Il vero punto del contendere, tuttavia, è l’assenza di un Piano Faunistico Regionale un aspetto questo già segnalato anche dalla Corte Costituzionale. Per questi motivi e anche alla luce del fatto che il 31% dei crimini venatori viene compiuto in Lombardia, le associazioni si riservano di organizzare una protesta sotto il palazzo della Regione per il prossimo 26 maggio.

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