La prima corte d’Assise di Milano, presieduta da Ilio Mannucci Pacini ha condannato all’ergastolo Alijca Hrustic, il padre 26enne di origini croate, con l’accusa di ucciso il figlio di due anni nella sua casa in zona San Siro nel 2019.
La pena ha anche previsto l’isolamento diurno per nove mesi. A pesare sul giudizio finale anche la conferma del reato di tortura alla luce dell’autopsia effettuata sul corpo del bambino che presentava ecchimosi al volto, al tronco e agli arti inferiori, diverse fratture, morsicature bruciature da sigarette e una frattura alla testa.
Il padre è stato dunque riconosciuto colpevole di maltrattamenti nei confronti della moglie ma non delle altre due figlie che si erano costituite parte civile nel processo e alle quali l’uomo dovrà risarcire circa 300 mila euro.
Alla lettura della sentenza l’avvocato difensore dell’uomo, Giuseppe De Lalla che ha già annunciato il ricorso in appello, ha commentato: “Mi aspettavo sicuramente una pena importante, ma non l’ergastolo. Resta il fatto che questa è in ogni caso un’orrenda tragedia”.
Per poi aggiungere: “Io non credo che la linea difensiva abbia mai dato adito a ritenere che io abbia sottovalutato la gravità dell’accaduto, ma francamente non mi aspettavo la condanna per la tortura, così come è stata ricostruita negli atti. Né, quindi, mi aspettavo l’ergastolo. Sembra incredibile, ma speravo in una condanna a 30 anni, che avrei ritenuto più attinente ai fatti così come sono stati ricostruiti negli atti, al di là degli articoli di stampa, che spesso non sono stati fedeli”.