La ditta era autorizzata a questo tipo di esercizio ma si sospetta che stesse operando in violazione delle prescrizioni e delle relative concessioni ambientali smaltendo rifiuti in eccedenza e di tipo speciale che non rientravano nelle categorie consentite.
Nell’impianto sono stati trovati 600 tonnellate di rifiuti, in prevalenza imballaggi misti, materiali inerti, carta da macero ma anche rottami ferrosi. Erano inoltre presenti un autocarro, due rimorchi e 4 mezzi meccanici utilizzati per la movimentazione e lo stoccaggio dei rifiuti per un valore complessivo che si aggira sui 2 milioni di euro.
L’amministratore, una donna di 58 anni, dovrà ora provvedere a ripulire il sito inviando i materiali in eccesso verso impianti autorizzati al loro trattamento.
Nel corso dell’operazione sono state poi riscontrate altre violazioni amministrative e della normativa antincendio che riguarda il trattamento di alcuni materiali.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Francesco De Tommasi hanno lo scopo di accertare se e quanti rifiuti speciali siano stati illegalmente smaltiti dall’azienda.