La procura di Roma che indaga sull’agguato in cui hanno perso la vita l’ambasciatore in Congo Luca Attanasio e il Carabiniere della sua scorta Vittorio Iacovacci è arrivata a iscrivere il primo nome nel registro degli indagati con l’accusa di omesse cautele.
Si tratta di un funzionario locale del World Food Programme, il progetto in cui lo stesso Attanasio era coinvolto e per il quale si trovava in missione nella foresta di Virunga, nel nord del paese, al momento dei fatti.
Secondo la Procura l’uomo, che era incaricato proprio della sicurezza, non avrebbe predisposto una scorta adeguata ai convogli sulla base del fatto che quella zona del Congo era classificata a rischio moderato.
In realtà, quando il convoglio ci era arrivato era stato costretto a un arresto forzato per la presenza di pietre che bloccavano il passaggio. Una volta ferme, le auto erano state circondate da un gruppo di guerriglieri armati che avevano intimato ai passeggeri di scendere, forse con il proposito di rapirli. Ne era nato un conflitto a fuoco dove Attanasio e Iacovacci, che ha tentato di difenderlo, sono rimasti uccisi.
La negligenza del programma ONU sulla sicurezza dei suoi funzionari, tra l’altro, era stata al centro delle accuse mosse da Zakia Seddiki, compagna dell’Ambasciatore, all’indomani dei fatti.
La procura di Roma aveva quindi aperto le indagini coordinate dal procuratore Michele Prestipino e dal sostituto Sergio Colaiocco che comprendono due filoni: il primo sule omissioni nella sicurezza e il secondo sugli autori del tentato rapimento.