Voghera: chi era l’uomo ferito a morte dall’assessore Adriatici

Con il passare delle ore emergono altri particolari sulla vicenda che ha coinvolto l’assessore alla sicurezza di Voghera Massimo Adriatici e Youns El Boussetaoui, l’uomo marocchino di 39 anni che ha ucciso con un colpo di pistola nel corso di una colluttazione.

L’ex assessore, dal momento che ha rassegnato le dimissioni, si trova ora agli arresti domiciliari e all’arrivo dei Carabinieri ha sostenuto che il colpo è partito in maniera accidentale durante una lite con Boussetai che circa tre settimane prima era stato sottoposto a un Tso, un trattamento sanitario obbligatorio a causa dei disturbi psichici di cui soffriva e che erano peggiorati in seguito al lockdown.

L’uomo ha una moglie e due figli di 8 e 5 anni che vivono in Marocco. Suo padre vive a Vercelli, un fratello in Svizzera e una sorella in Francia.
Nel piangere la scomparsa del fratello, intervistata da una trasmissione televisiva, la donna ha riconosciuto il suo disagio psichico sottolineando che non era una persona pericolosa ma solo bisognosa di aiuto e ha ricordato i numerosi tentativi fatti dai familiari per curarlo. Boussetai era quindi fuggito da un ricovero in ospedale dicendo di sentirsi al sicuro solo su una panchina di piazza Meardi, laddove si sono svolti i fatti.
Nel frattempo l’avvocato della famiglia, Debora Piazza, ha fatto sapere che l’autopsia è avvenuta senza avvisare i familiari e che chiederà l’acquisizione dei filmati di altre telecamere della zona per far luce su quanto accaduto.

Per quanto riguarda Adriatici, al momento dei fatti si era parlato dell’ipotesi di reato di omicidio volontario poi diventata eccesso colposo di legittima difesa. Nella giornata di oggi la procura di Pavia dovrebbe chiedere la convalida dell’arresto per l’assessore, ma non è detto che venga anche richiesta la conferma della misura cautelare dei domiciliari.
Il secondo interrogatorio dovrebbe essere fissato per venerdì 23 luglio.

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