L’ipotesi al vaglio è quella dell’espulsione di Umberto Bossi dalla Lega. Ad attaccare il Senatùr è il Segretario del Carroccio Matteo Salvini: “Ha mancato di rispetto al partito”
L’aria che si respira nel partito è densa e carica di tensione. Tensione tra il Segretario della Lega Matteo Salvini e il suo fondatore, Umberto Bossi. Le “aspre” divergenze di vedute, mai nascoste in questi ultimi mesi, sono diventate più evidenti ieri, domenica 9 giugno, quando il Senatore Bossi ha dichiarato che alle elezioni europee 2024 non avrebbe votato il partito con Alberto da Giussano ma Marco Reguzzoni, candidato indipendente di Forza Italia per il Parlamento Europeo.
Dopo l’esternazioni del Senatore leghista, nella conferenza stampa di oggi, lunedì 10 giugno, nella sede del partito in via Bellerio a Milano, il Segretario del Carroccio Matteo Salvini ha dichiarato: “Penso che sia un caso più unico che raro quello di un movimento politico che riesce a crescere nonostante a urne aperte il suo fondatore annunci che votava per un altro partito: cosa abbastanza curiosa”.
“Non voglio male a nessuno e a Bossi ho intitolato anche il libro che ho scritto. Sicuramente dovrò ascoltare i militanti per rispetto delle decine di migliaia di volontari della Lega. Se qualcuno dice che vota un altro partito manca di rispetto non al segretario in carica ma a un’intera comunità”. Queste le parole di Matteo Salvini, l’indomani le parole del fondatore della Lega, Umberto Bossi sulla sua dichiarata preferenza di voto a Forza Italia alle europee.
Salvini ha poi proseguito dicendo, come riporta questa mattina anche MilanoToday: “Non cambiano gli equilibri del governo: ho fatto i complimenti a Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Spero nel centrodestra unito anche in Europa. A questo lavoro e mercoledì sarò a Bruxelles”.
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E Milano questa mattina si è svegliata con il Pd come primo partito con il 31,38%. A seguire con il 21,73% c’è Fratelli d’Italia e Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) con il 10,52%. Colpo basso, invece, per la Lega di Salvini che si ferma a quota 6,14% superata da Forza Italia con l’8,87% di preferenze. Segue Azione (6,46%) e Stati Uniti d’Europa (6,37%).
Con appena il 5,26% si trova il Movimento 5 Stelle. Nel capoluogo lombardo la lista di Santoro (Pace terra dignità) non raggiunge il quorum, fermandosi alla soglia del 2,47%. Ancora più in basso, sotto l’1% la lista di Cateno De Luca, Libertà, Alternativa Popolare e Rassemblement Valdotain. L’affluenza a Milano è stata in totale del 50,78%.