Appassionati di atletica ci siamo! I tanto attesi Mondiali di Doha stanno per iniziare e da oggi i migliori atleti del pianeta saranno impegnati nell’evento più importante della stagione. Si parte alle 15:30 ora italiana con dirette tv su RaiSport.
All’interno della delegazione italiana composta da 66 atleti tra uomini e donne, figurano anche diversi milanesi come Lorenzo Perini impegnato dei 110 metri ad ostacoli, Davide Re in gara sui 400 metri piani, Eleonora Giorgi e Valentina Trapletti rispettivamente nella 50 Km e 20 Km di marcia e poi l’atleta mediaticamente più conosciuto e sotto i riflettori da diversi mesi ovvero il velocista Filippo Tortu che sar‡ impegnato nei 100 metri e di cui vogliamo approfondire il percorso stagionale che lo ha portato fino a Doha.
La preparazione per un evento di questa portata inizia quasi un anno prima, ovvero in questo caso dall’autunno/inverno 2018. Il team tecnico che segue Filippo è capitanato da papà Salvino che ne cura il programma che è basato su una metodologia che tende a valorizzare più che la quantità dei lavori la qualità degli stessi, e si propone di superare il principio in auge fino a qualche decennio fa, ovvero quello che il velocista si dovesse allenare prevalentemente sulla forza muscolare con carichi molto elevati. L’obiettivo che si propone il coach di Filippo con l’aiuto di Flavio Di Giorgio per la parte in palestra è quello di allenare la struttura muscolare con carichi più leggeri ma con l’obiettivo di sollevarli ad una velocità molto maggiore, così da allenare le fibre muscolari alle sollecitazioni nervose molto rapide che lo sprint richiede.
Filippo ha affrontato una stagione che lo ha visto entrare a fare parte del circuito di gare più nobile dell’atletica leggera (la Diamond League) e sicuramente questo aspetto potrà essere decisivo in un contesto come quello dei mondiali (i primi dell’era post Usain Bolt) dove dovrà lottare con avversari di livello altissimo. Probabilmente, visto come era andata la prima uscita del velocista a Rieti a fine maggio (9.97 ventoso), ci si potevano attendere riscontri cronometrici migliori di quanto poi sia avvenuto, ma analizzando i successivi risultati ci si rende conto che le condizioni di gara non sono mai state ottimali. Il miglior risultato dell’anno di Tortu è il 10.10 +0.9 di Oslo dove la temperatura era piuttosto fredda, e infatti una settimana dopo ad Ostrava nonostante un vento contrario di -1.1 Filippo ha corso in 10.15 che Ë forse la sua prestazione tecnica migliore.
Durante l’estate c’è poi stato il problema muscolare patito nella gara di Standford che si è rivelato più ostico del previsto e ha tenuto l’azzurro lontano dalle gare per tutta l’estate. Dopo uno stop di qualche settimana, il recupero è proseguito in Sardegna (terra d’origine di papà Salvino) dove ai primi di agosto ha ripreso con le dovute cautele gli allenamenti.
Il rientro in gara è avvenuto a fine agosto al meeting di Rovereto dove Filippo si è imposto con 10.21 (ancora una volta con vento contrario -1.5) lasciandosi alle spalle il fortissimo giapponese Sani Brown che è un velocista da 9.97. Se tanto mi da tanto questo significa che il nostro portacolori ha recuperato bene ed è in grado di esprimersi ai suoi massimi livelli.
Fare previsioni su quale risultato può ottenere Tortu non è semplice perchè guardando i tempi d’iscrizione ben 39 atleti hanno un tempo stagionale migliore (tra cui anche l’altro azzurro Marcel Jacobs con 10.02) e quelli che sono nella top ten corrono quasi abitualmente in meno di 10 secondi, quindi per entrare i finale ci vorrà quasi sicuramente il miglior Tortu di sempre.