Scambio di persona: trafficante in carcere, ma era un omonimo del colpevole

Ha fatto 17 mesi di carcere perché sospettato di essere un trafficante di droga, catturato con un mandato d’arresto europeo nel 2012 e poi finito nel nostro Paese per scontare la pena. Peccato che l’Ivan Bozovic ricercato a livello internazionale per i fatti a lui ascritti fosse in realtà un omonimo e non la persona finita dietro le sbarre.

A ingannare gli investigatori un’altra coincidenza, la data di nascita, che coincideva. Andando avanti nelle indagini, però, si è scoperto che il ricercato aveva passaporto serbo, mentre il catturato è croato di passaporto, figlio del procuratore della Repubblica di Sarajevo.

La Corte d’Appello ha riconosciuto l’errore e soprattutto un risarcimento da 130mila euro, a fronte dei 300mila richiesti dalla difesa del Bozovic “sbagliato”, che per uno scambio di persona ha comunque passato un anno e mezzo in un carcere italiano.

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