Eni-Saipem, chiesti sei anni per Paolo Scaroni

Sei anni e quattro mesi di reclusione. E’ quanto ha chiesto la Procura di Milano nel processo a carico dell’ex amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, accusato di corruzione internazionale per le presunte tangenti pagate in Algeria al fine di avere un’agevolazione per alcuni appalti.

Il pubblico ministero Isidoro Palma ha avanzato la sua richiesta dopo che le indagini, coordinate dal pm Fabio De Pasquale, avrebbero appurato un versamento di oltre 190 milioni di euro in favore di alcuni ufficiali algerini, con la promessa di far aggiudicare alla Saipem sette contratti d’appalto bandite dalla Sonatrach, società di stato dell’Algeria, e di far ottenere all’Eni l’autorizzazione all’acquisto di First Calgary Petroleum, che ha in mano i diritti di sfruttamento del territorio algerino.

Tra le richieste della Procura anche una sanzione da 900mila euro per Eni e Saipem, secondo la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Otto anni, invece, la richiesta per Farid Noureddine Bedjaoui, alla quale sarebbe stata destinata la tangente.

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