Giovanna Afrone, dirigente del Comune di Milano, dopo gli arresti domiciliari, dimessasi da responsabile del “Servizio gestione contratti trasversali con convezioni centrali committenza”, è stata condannata in primo grado con rito abbreviato.
E’ stata condannata a 3 anni per corruzione dalla giudice Giusi Barbara per aver promesso, in cambio del proprio passaggio al settore Bilancio della Provincia e del trasferimento di una cugina al settore informatico del Comune, una via privilegiata sugli appalti delle pulizie delle scuole sotto la soglia di 40.000 euro di valore. La funzionaria, secondo l’inchiesta del pm Storari, era in contatto con alcuni esponenti del clan catanese Laudani attraverso un contatto fornito da Domenico Palmieri, cioè dal sindacalista pensionato. Un’intermediazione, questa, retribuita mille euro al mese. Palmieri ha patteggiato per associazione a delinquere e traffico di influenze a 3 anni e 4 mesi.
La dipendente comunale è stata condannata anche a risarcire con una provvisionale di 10 mila euro i danni di immagine al Comune di Milano parte civile. Condannato anche don Giuseppe Moscati per aver emesso12.000 euro di fatture false per far evadere le tasse a una società riconducibile ad alcuni degli imputati. Tra i 13 rinviati a giudizio anche l’ex n.2 del Foggia Calcio, Massimo Curci, per una evasione di 31 milioni, e l’ex dirigente Lidl Simone Suriano.