Suicida Antonio Benfante, il killer dei fratelli Tatone

Antonio Benfante, il killer dei fratelli Emanuele e Pasquale Tatone e di Paolo Simone a ottobre del 2013 in due distinti assalti in tre giorni, si è suicidato all’interno del carcere di Vigevano. L’uomo aveva 55 anni, era stato condannato in Cassazione nell’aprile del 2018 all’ergastolo con isolamento diurno per tre anni.

Aveva già tentato più volte il suicidio, cercando di dare alle fiamme una cella e utilizzando una maglia per impiccarsi. In quest’ultimo tentativo, una decina di giorni fa, ha sbattuto la testa ed è finito in ospedale a Vigevano in gravi condizioni. Ieri la morte. “Se un detenuto tenta il suicidio più volte ed è in isolamento, occorre piantonarlo. Benfante aveva già tentato più volte il suicidio ed era stato ricoverato in Psichiatria, ma la situazione è stata sottovalutata. È stato fatto uno sbaglio enorme: chi è deputato alla custodia di soggetti, per quanto criminali possano essere, dovrebbe salvaguardarne la vita”, sono le parole del suo legale, Ermanno Gorpia, riportate da Il Giorno.

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