Zero: la prima serie sui ragazzi italiani di seconda generazione

Da questa sera, su una nota pay tv, parte la nuova serie, in otto puntate, dal titolo “Zero”.

La sua particolarità è di essere ambientata nella periferia milanese del Barrio – zona Barona, a sud di Milano – e di raccontare le avventure e le storie di ragazzi e ragazze italiani di seconda generazione.
La trama prende spunto dal libro “Non ho mai avuto la mia età” di Antonio Dikele Distefano che spiega: “In Zero c’è un bel po’ della mia storia di ragazzo ‘afroitaliano’ vissuto fuori dal centro, in tutti i sensi. Zero è la storia di chi accetta la propria diversità”. E poi aggiunge: “non bisogna fare l’errore di pensare che Zero parli di tutti i ragazzi di seconda generazione. Parla di valori e sentimenti, che sono validi a prescindere dal colore. Quando il colore della pelle non sarà più al centro del dibattito, quando sarà normale vedere serie italiane con persone di altre origini, allora finalmente quella sarà la normalità. Avremo vinto quando parleremo della storia e non del nostro colore”.

Il personaggio principale è Omar/Zero che vive nel Barrio e lavora come rider. Si sente sempre fuori posto, quasi invisibile e, mentre sogna di prendere il volo da quella vita e da quel quartiere, si accorge di avere un superpotere che lo rende invisibile. Lo userà per difendere proprio il suo quartiere incrociando così le vite e le storie degli altri personaggi della serie. Lo interpreta Giuseppe Dave Seke, alla sua prima esperienza come attore, che è arrivato sul set dopo aver risposto alla selezione con un video su consiglio di un suo amico.

La colonna sonora che accompagna le storie di Zero è nata dal contributo di artisti italiani e internazionali contemporanei che spaziano dal rap al trap all’urban. Tra questi Emis Killa, Marracash, Madame e Manu Chao, solo per citarne alcuni dei tanti. Il compositore delle musiche è Yakamoto Kotzuga mentre il brano che chiude la serie è un inedito di Mahmood.

I temi principali della serie sono l’inclusione, la multiculturalità e la diversità che si intrecciano nei vari episodi affidati a quattro registi: Paola Randi, Mohamed Hossameldin, Margherita Ferri, Ivan Silvestrini.
A questo tema si aggiunge poi la presa di coscienza delle proprie radici.
Il Barrio in cui è ambientata la vicenda, infatti, è un quartiere popolare in pericolo a causa del caro degli affitti e di un’immobiliare senza scrupoli che minacciano la serenità dei suoi abitanti. Tanto basta a Omar e ai suoi amici per decidere di agire e reagire in sua difesa.
Ha spiegato ancora Distefano: “Quando ero più giovane mi dicevano che ero il nuovo. Anche ora mi dicono che sono il nuovo: ho 28 anni, come posso essere ancora il nuovo? Sono convinto che il cambiamento passi dal business: Zero secondo me sarà l’inizio di un cambiamento”.

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