Mini appartamenti in vendita a Milano, tutti sotto i 20 metri quadri: ma sono abitabili? La legge parla chiaro.
Il mercato immobiliare di Milano è in continuo rialzo, stando agli ultimi dati, infatti, il prezzo delle case a febbraio 2024 ha superato la soglia dei 5.379 €/mq. Una stima che conferma Milano tra le città italiane più care dal punto di vista della compravendita immobiliare. I prezzi sono estremamente più alti anche se confrontanti con le altre città in lista, per citare solo la top 3 (dati febbraio 2024) troviamo Firenze con una stima di 4.169 €/mq e Bologna al terzo posto con 3.419 €/mq. Non stupisce quindi che in molti stiano optando per acquistare una delle numerose mini casi in vendita nel capoluogo lombardo.
I più adulti, o gli appassionati di cinema italiano, ricorderanno la casa di Renato Pozzetto nel film Il ragazzo di campagna, piccola, angusta e senza finestre. Nel film l’attore, alla disperata ricerca di una casa, si è ritrovato per disperazione ad accettare di vivere in un’abitazione minuscola. Un destino comune a molti milanesi, nell’ultimo periodo vanno infatti sempre più di moda le mini case: degli appartamenti di dimensione tra i 18 e i 20 mq vendute come “soluzioni abitative originali” e “imperdibili occasioni di investimento.” Se le dimensioni sono ridotte altrettanto non si può dire per il prezzo: in via Candore per esempio, è stato messo in vendita un locale di 20 mq a ben 250.000 euro.
Seppure i prezzi varino molto di zona in zona il vero quesito da porsi è se queste soluzioni abitative siano effettivamente a norma di legge. Il regolamento edilizio di Milano stabilisce che un monolocale, per essere adibito a uso abitativo, deve avere una dimensione minima di 28 mq. Un requisito ben lontano dall’essere soddisfatto se si guarda alla maggior parte dei monolocali in vendita a Milano.
Stando a quanto rivelato dal notaio Filippo Salvo alle pagine del Corriere della Sera la prima discriminante da tenere a mente per cercare di capire l’abitabilità di queste mini case è la data del dm 5/7/1975 sulle norme igienico sanitarie, in vigore dal 18 luglio 1975.
Fu proprio questo decreto a porre come limite minimo di metri quadri posseduti da un immobile per poter essere dichiarato abitabile. Se l’immobile di cui si dispone presenta ancora le condizioni originali, antecedenti all’entrata in vigore del decreto, non solo versa in condizione di abitabilità ma può anche essere venduto.
È compito del Comune assicurarsi che l’abitazione fosse esattamente nello stato in cui si presenta oggi prima del luglio 1975. Se così non fosse il rischio per l’acquirente è molto alto: il decreto, infatti, rende inderogabile la misura di 28 metri quadri. Di conseguenza la casa acquistabile non è abitabile.