Milano negli ultimi mesi è stata protagonista di numerose allerte meteo è il pericolo alluvione è sempre dietro l’angolo: ma quali sono le zone più colpite?
Lo scorso 16 maggio per Milano è stata una giornata a dir poco nera. Sulla città è caduta così tanta acqua come non se ne vedeva da anni, secondo l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli si è trattato di circa 120-130 cm localizzati di pioggia, tutti in un solo giorno. Un fenomeno causato anche dall’esondazione del fiume Lambro, che ha completamente allagato il quartiere di Ponte.
Nel 2014 era stato il fiume Seveso a esondare per ben dieci ore lungo le vie dei quartieri Niguarda e Isola. Lato maltempo, Milano è stata colpita da forti precipitazioni per tutto il periodo primaverile e, anche l’estate, sembra proprio non voler arrivare. Secondo Arpa Lombardia la situazione potrebbe cambiare a partire da mercoledì 5 giugno ma, attualmente, non è possibile escludere una nuova ondata di maltempo.
Ogni volta che a Milano scatta l’allerta meteo sale anche la paura, il ricordo degli alluvioni e dei nubifragi che hanno colpito la città, in particolar modo nel 2014 e nel 2010, è ancora molto fresco. La città della Madonnina è stata colpita negli ultimi anni da lunghi periodi di siccità seguiti da temporali improvvisi, di intensità sempre maggiore, al punto che in pochi minuti si allagano le strade e l’acqua impiega diverse ore per defluire nelle fognature.
Il Comune di Milano lavora da anni per sistemare la situazione, tuttavia i ritardi sui lavori per mettere in sicurezza il Seveso e l’incertezza sul futuro meteorologico della città lasciano spazio alla paura. A rendere precaria la situazione di Milano sono i fiumi interrati che scorrono sotto le case, le strade e i locali della città: il Seveso, l’Olona, il Garbogera, il Pudigia e il Guisa. Si tratta di una scelta, quella di interrare i fiumi, risalente alla fine dell’Ottocento e copiata da cugini francesi. L’obiettivo è sempre il solito: aumentare lo spazio edificabile, senza considerare le conseguenze sull’ambiente e sulla sicurezza stessa della città. I corsi d’acqua, infatti, vengono incanalati in spazi ristretti che, durante i periodi di forte pioggia, faticano a mantenere gli argini.
Ecco quindi, che le zone soprastanti, diventano quelle più a rischio. Negli ultimi a creare problemi sono stati sopratutto il fiume Seveso e l’Olona, a cui si unisce il Lambro, non considerabile un fiume interrato poiché scorre ancora prevalentemente in superficie. Secondo uno studio di Legambiente, risalente ai primi mesi del 2023 e basato sui precedenti 12 anni le zone più a rischio alluvione sono: Parco Lambro; Lambrate – Rubattino; Ortica; Viale Marche e Cascina Merlata: Niguarda, Bicocca e Parco Nord; Isola e Garibaldi. Queste zone negli ultimi 12 anni sono state interessate da almeno 20 esondazioni.
Proteggere case, palazzi e garage dalle alluvioni richiede una combinazione di preparazione preventiva, così da non farsi trovare impreparati al momento della crisi.