Più tagli ai sussidi per i disabili in Lombardia, il centrodestra promette servizi sostitutivi ma l’opposizione stronca: “troppo poco tempo”
Si scatena la bufera nel Pirellone tra fazioni politiche, in seguito al taglio che pare subiranno i sussidi economici erogati dalla regione Lombardia e destinati al sostegno delle famiglie con disabili gravi. Dall’aula del consiglio regionale, nella seduta di martedì, è giunta la bocciatura della mozione delle minoranze in favore del mantenimento dei sussidi. Prevale, invece, la posizione della Lega sulla volontà di cominciare un’interlocuzione con il governo ed erogare in tempi ragionevoli i “livelli essenziali di prestazione” (Lep), ovvero, quei servizi concreti che secondo il piano nazionale sulla disabilità sostituiscono in parte i sussidi economici.
Il provvedimento riguarderà circa 11mila famiglie con disabili in tutta la Lombardia, entrerà in vigore a giugno 2024 e dovrebbe ridurre il sussidio attualmente erogato ai caregiver di una forbice che varia dal 25% al 45%. Parlando di cifre si stimano 200-300 euro in meno a famiglia, numeri che non sono passati inosservati sia dall’opinione pubblica sia dalle associazioni di famiglie con disabili, ritrovatesi davanti al Pirellone per protestare contro il provvedimento.
Ripercorrendo le varie fasi di questa vicenda, in realtà, si scopre che l’ipotesi di una riduzione dei sussidi in favore di una trasformazione in servizi per i cittadini con disabilità, si paventava già dal 2022. Chi protesta evidenzia le criticità di una decisione simile, in quanto i tempi (circa 5 mesi) di erogazione dei servizi promessi sarebbero lunghi e insufficienti per dare seguito alla proposta arrivata dalla maggioranza. Quindi, le associazioni insistono per riattivare il sussidio integrale attingendo dalle risorse della regione.
Alle incalzanti richieste sui tempi e le modalità di erogazione dei servizi, la giunta e la maggioranza smentiscono le notizie sui tagli tramite le dichiarazioni di Alessandro Corbetta (Lega), il quale afferma che il fondo regionale per il sostegno alle famiglie con disabili sarebbe addirittura aumentato di 3,5 milioni di euro. Il documento delle minoranze, però, chiederebbe di incrementare il fondo di 6 milioni di euro per arrivare così a 10 milioni, cifra che garantirebbe il mantenimento del sussidio integrale.
Il consigliere Corbetta ricorda anche che il Piano Nazionale per la non autosufficienza approvato durante il governo Draghi grazie al voto favorevole di quasi tutte le forze politiche, compreso il Partito Democratico, prevede obbligatoriamente che una parte delle risorse direttamente distribuite alle famiglie subisca una conversione in servizi somministrabili tramite gli enti locali e ATS (Agenzie di Tutela della Salute). In sostanza, non si tratterebbe di tagli ma di una conversione da sussidi economici a servizi.