I supermercati stanno subendo una rivoluzione e presto uno dei prodotti più consumati di sempre potrebbe sparire.
Una notizia che appare sicuramente insolita, considerando anche le vendite, ma che sembra destinata ad estendersi anche ad altri elementi tipicamente presenti nei carrelli italiani durante gli acquisti.
Sicuramente non una decisione facile, anche per i commercianti che dovranno fare i conti anche con l’impatto economico che questa scelta comporterà.
Il problema dei rincari si è abbattuto in modo pesante su ogni aspetto della vita quotidiana, dopo gli aumenti degli ultimi anni si è registrata nei mesi una vera e propria stangata a danno del consumatore.
Quando sui piccoli prodotti vengono applicate maggiorazioni importanti, la realtà dei fatti è che il consumatore inizia a farne a meno. Guardando ad alcune categorie si nota che c’è una differenza notevole rispetto al passato e questo porta anche ad una questione proibitiva per le famiglie che devono fronteggiare tante spese.
In particolare, ad aver subito un innalzamento quasi inspiegabile ma molto corposo a livello economico è il succo d’arancia. Sembra una banalità eppure proprio su queste cifre si nota molto la differenza, meno su cose che hanno costi molto impegnativi di partenza come il vino. Il succo sembra essere diventato oro colato, con un prezzo totale quasi raddoppiato. Basti guardare in generale tra gli scaffali per notare questa nuova strategia, a parità di vendita mentre un prodotto costava prima 1.59 euro oggi ne costa 2.73, una cifra troppo eccessiva per del succo.
Il problema è da ricercarsi negli aumenti generalizzati quindi le materie prime più costose, il clima sempre più ostile che porta a raccolti inferiori e più complessi, i trasporti e la distribuzione quando il prodotto non è locale. Tutte questioni che si sono sommate e hanno dato vita all’aumento. Si può notare però anche su altri prodotti.
Oggi un succo d’Italia può costare fino a 6 euro, molto dipende dalla qualità del prodotto stesso ma in futuro potrebbe continuare a lievitare e questo vuol dire che con un margine di rischio sempre più elevato e costi che molti scelgono di tagliare perché non necessari, la scelta dei produttori sarà quella di eliminarli totalmente dalla vendita.
Facendo un confronto e pensando a quanto invece costa 1 kg d’arance al supermercato, è chiaro che non c’è competizione. Certo, in quel caso viene venduto già pronto all’uso e questo fa la differenza ma alla fine non basta. In alcune famiglie un cartone di succo dura uno o due giorni, la spesa diventerebbe troppo importante per poi avere comunque qualcosa di lavoro e non genuino.