La questione pensioni non ha preso affatto una buona piega e le ultime novità per il 2024 hanno gelato gli italiani.
Doveva essere un successo, un processo che portasse alla rivisitazione di un sistema pensionistico datato e comunque non più funzionale allo scopo ma in realtà quello che sta accadendo è ben diverso dalle attese.
Quello a cui tutti stanno assistendo è, in fin dei conti, un progressivo ritorno alla legge Fornero con limitazioni per il pensionamento anticipato, pochi benefici per chi lascia il mercato del lavoro e addirittura l’introduzione di bonus per chi sceglie di restare.
Il problema delle pensioni in Italia è più elevato che mai, questo perché di fatto senza un mercato del lavoro dinamico, con l’uscita di coloro che sono ormai in età pensionabile o quasi, non c’è possibilità di nuovi ingressi.
La questione è che l’età pensionabile non si accorcia e tutto il lavoro che era stato fatto per creare qualche piccola speranza di prepensionamento dai governi precedenti, è andato in frantumi. La Quota 103, ovvero la possibilità di andare in pensione a 62 anni e 41 di contributi, ha subito un nuovo ricalcolo e quindi coloro che vi aderiscono subiscono un taglio del 20%.
È chiaro che perdere i fondi è problematico per tutti e che questo si traduce di fatto nella possibilità di non farlo. Cambia anche lo schema delle uscite, la legge di bilancio per il 2024 non elimina l’adeguamento – che era stato congelato fino al 2026 e che ora torna di nuovo al centro del dibattito – questo vuol dire che si parla nuovamente dell’età pensionabile e dell’aspettativa di vita.
La pensione anticipata quindi, secondo quanto riportato gli esperti in materia, si potrà raggiungere solo con 43 anni di contributi, mentre saranno necessari 67 anni e 20 di contributi per andare in pensione. C’è inoltre grande preoccupazione sull’Ape sociale, il requisito infatti è stato innalzato passando da 63 anni a 63 anni e 5 mesi, quindi con ulteriori esclusioni.
L’Opzione Donna è stata cancellata, quindi il governo non ha fatto che penalizzare le categorie più fragili, anche per quanto concerne il pensionamento. Per le pensioni una novità importante riguarda anche l’innalzamento dei requisiti per donne caregiver, invalide al 74%, licenziate o dipendenti di un’azienda in crisi. Nel prossimo anno le cose peggioreranno ulteriormente. Quindi, i requisiti per andare in pensione sono di fatto peggiorati. Basti pensare che dal prossimo anno, come riportato dalla legge di Bilancio, per accedere alla pensione anticipata sarà necessario un assegno che sia 3 volte quello sociale.