Partita Iva, quando è possibile passare da ordinario e forfettario senza vincolo degli anni

Coloro che lavorano mediante partita IVA possono beneficiare del passaggio tra regime ordinario e forfettario senza vincoli.

Un beneficio importante che si determina senza l’obbligo dei tre anni, grazie a quanto specificato nella Legge di Bilancio e relativo chiarimento determinato dall’Agenzia delle Entrate. Questo vuol dire, ad esempio, che chi aveva applicato un anno fa per il regime ordinario, potrà passare a quello forfettario.

Partita Iva ordinario forfettario
Partita IVA, quando si può cambiare regime (milano.cityrumors.it)

La regola dell’obbligo triennale decade e quindi rende anche più facile non solo la transizione fiscale agevolata ma anche le casistiche che permetteranno, a tutti i lavoratori autonomi, di procedere agevolmente per i pagamenti e la tassazione.

Partita Iva, passaggio da regime ordinario a forfettario

I titoli di partita IVA con questa modifica si troveranno di fronte ad un’ampia libertà. Il regime forfettario è previsto solitamente per le nuove partite IVA, ovviamente in questo caso bisogna procedere con il modello di dichiarazione di inizio attività e successivamente all’iter burocratico del caso. Anche se questo regime è lecito per quanto riguarda imposte e regolamenti, viene solitamente dato un vincolo di 3 anni. Tuttavia coloro che vogliono passare al regime ordinario e poi a quello forfettario, possono comunque farlo con le novità che sono state proposte.

da ordinario e forfettario senza vincolo
Come passare dal regime ordinario a quello forfettario (milano.cityrumors.it)

Importante però valutare con attenzione la scelta, come procedere e cosa cambia dall’uno all’altro. Il regime fiscale ordinario è solitamente per chi non può accedere a quello forfettario, quindi per le società di capitali o per le ditte individuali che hanno ricevi elevati. Una cosa importante riguarda la soglia da non superare che per l’anno 2023 è stata fissata a 85 mila euro, quindi un sistema differente rispetto agli anni precedenti quando era 65 mila euro. Ognuno dei due ha pregi e difetti, nel regime forfettario infatti si possono dedurre solo i contributi, mentre in quello ordinario si può dedurre tutto e quindi di fatto si va ad abbassare la quota imponibile e quindi conseguentemente il calcolo sulle tasse.

Oggi è possibile passare dall’uno all’altra a patto di restare comunque nella soglia e nei termini previsti. Non c’è il vincolo della durata ma vi sono comunque gli altri paletti e limiti, quindi occorre valutare con attenzione se questa tipologia di regime può essere effettivamente utile o meno e in quali casi occorre veramente passare per poter ottenere un beneficio economico in termini di tassazione. Per il 2024 è fissato il medesimo limite degli 85 mila, superata la soglia si viene automaticamente espulsi da quel tipo di regime e bisogna procedere in quello ordinario.

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