Chi ha ottenuto un risarcimento dal condominio per l’ascensore ha risparmiato una grossa somma, ecco come.
Quando si tratta di condominio, si fanno sempre i conti con contestazioni e mancanze varie, ma la possibilità di ottenere un risarcimento da quest’ultimo, è una sorpresa senza precedenti. Ecco quanto accaduto, soprattutto come comportarsi in maniera opportuna davanti una situazione del genere.

Se l’ascensore o gli impianti comuni fanno rumori eccessivi, ecco che si potrebbe ottenere un risarcimento, ma in questo modo. La sentenza della corte d’Appello di Firenze, la n. 301/2024, ha riconosciuto ciò proprio davanti eccessive immissioni acustiche. Il diritto alla quiete in condominio è una forma di tutela della persona.
Se il rumore supera la soglia di tollerabilità, c’è il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale, anche se non c’è stato danno biologico. È successo a un condomino proprietario di un appartamento al quinto piano, e i rumori provenivano dall’ascensore situato sopra il proprio soggiorno, adiacente alla scala condominiale.
Ecco come ho ottenuto un risarcimento dal condominio per l’ascensore
La situazione ha compromesso i momenti di quiete e la realizzazione delle attività domestiche del condomino. Questo ha chiesto l’esecuzione di lavori per eliminare o ridurre le immissioni sonore, e anche il risarcimento del danno non patrimoniale sotto l’art. 2059 c.c., facendo però riferimento anche al danno biologico. Come ha gestito tutto?

In Primo Grado, il Tribunale ha accolto solo la richiesta di effettuare lavori di ripristino della condizione di quiete, negando i risarcimenti sia per danno biologico che patrimoniale. Nel primo caso, le certificazioni mediche non erano supportate da esami o relazioni specialistiche, mentre per il secondo non era stato dimostrato un calo del valore dell’immobile o una mancata vendita dovuta ai rumori.
Mentre in Appello, la Corte di Firenze, ha ribaltato tutto affermando che: il danno non patrimoniale è autonomo rispetto a quello biologico, e ciò incide sul diritto al rispetto della vita privata e familiare e sulla tranquillità domestica, al di là della salute fisica. Dato che la posizione del soggiorno si trovava in una posizione molto esposta al rumore, i rilievi tecnici confermavano lo sforamento delle soglie di tollerabilità.
È stato deciso un risarcimento di 100 euro al mese per 5 anni in base all’art. 1226 c.c., liquidazione equitativa, per la gravità del disagio, e senza necessità di prove mediche o economiche dirette. Infine, c’è la rilevanza giuridica della sentenza si inserisce nella giurisprudenza vera e propria, con pronuncia n. 11930/2022 della Cassazione, per cui il danno per rumore eccessivo riguarda sia salute fisica che qualità vita, e può essere provato anche senza documentazione, con la sola presunzione.
Questo perché la tranquillità domestica è tutelata dalla legge, il giudice può quantificare il danno equitativamente, e la sentenza è un riconoscimento importante in continuo aggiornamento per l’ambito condominiale.





