Arriva una bella batosta sull’Isee per chi è in affitto, ecco come l’ultimo aggiornamento stravolga tutti i piani.
La crisi economica sta gravando sulle tasche dei contribuenti, se poi si aggiunge anche la nuova norma che diventa ancora più rigida in fattore ISEE, allora le conseguenze devono essere ben gestite e le scelte ponderate. Non si scherza quando si ha a che fare con una batosta del genere, informarsi su come agire è il primo passo.

Sono stati penalizzati gli affittuari, mentre la prima di casa di proprietà vivrà delle agevolazioni. Dal 1° gennaio 2026 entreranno in gioco delle modalità nuove per calcolare l’ISEE. Si tratta di modifiche che verranno introdotte proprio dalla Manovra di Bilancio del 2026.
Queste porranno in essere delle modifiche che comunque sono sbilanciate a favore dei proprietari di abitazioni e di contro penalizzano chi vive in affitto, e questa è una tragedia. Poiché chi vive in affitto ha fatto questa scelta, nella maggior parte dei casi, poiché non dispone di risorse economiche per comprare una casa. Se anche questi aumentano, ecco che non si mette bene.
Ecco come arriva la batosta sull’ISEE per chi è in affitto
La soglia di esenzione è di 91.500 euro per le case di proprietà, con un aumento di 2500 euro per ogni figlio dopo il primo. La franchigia è lievitata, e ciò riduce l’incidenza del valore dell’immobile nel calcolo dell’ISEE. Invariata la deduzione massima di 7000 euro di reddito per chi sta in affitto, con 500 euro per ogni figlio dopo il secondo. La mancata revisione crea divario. L’art. 47 della Legge di Bilancio 2026 ha posto questa innovazione che modifica l’equilibrio stabilito dalla riforma ISEE del 2013.

È stato proprio durante le audizioni parlamentari di novembre che tre enti hanno espresso forti perplessità. Il primo, l’ufficio parlamentare di Bilancio, ricordando il trattamento troppo a favore dei proprietari e che il principio dell’ISEE è proprio quello di valutare in modo equivalente il costo dell’abitare. Anche la Banca d’Italia non ha apprezzato, e ha invitato a revisionare con prudenza.
Per ultima anche la Corte dei Conti ha contestato, poiché la modifica altererebbe la logica del calcolo dell’indicatore riguardo alla valorizzazione della casa. Ciò compromette l’equità dello strumento ISEE che è invece nato per fornire una valutazione oggettiva e comparabile delle condizioni economiche familiari.
Secondo i dati ISTAT del 2024 il 18% delle famiglie è in affitto, mentre il 73,5% in case di proprietà, e la povertà è del 22% tra gli affittuari, e del 4,7% per i secondi. L’impatto dei prezzi e l’inflazione immobiliare aggravano tutto, i costi dell’affitto sono cresciuti troppo rapidamente. C’è il rischio che aumentino le diseguaglianze, perché le famiglie in affitto sono le più fragili economicamente e socialmente parlando.




