Finita l’abbuffata dei grandi eventi da stadio, Milano ospita al Magnolia di Segrate un affascinante appuntamento con il folk australiano di Xavier Rudd, personaggio che sfugge alle etichette e alle convenzioni
Anche quando lo vedi sul palco sembra essere uno dei tanti musicisti di strada che si possono vedere tra le fermate della metropolitana di Londra, Dublino, così come Amburgo o Berlino. Sono centinaia e potresti starli ad ascoltare per ore, quasi sempre propongono la loro musica e se fanno cover le eseguono in modo distintivo, assolutamente unico.
Xavier Rudd è indiscutibilmente un personaggio che, in un mondo social frenetico vacuo e improntato quasi esclusivamente all’apparenza, ha ancora il coraggio di proporre qualcosa di estremamente coerente, semplice e diretto.
Xavier Rudd in concerto questa sera al circolo Magnolia di Segrate per una delle sue cinque date italiane che fanno da cornice alla promozione del suo ultimo disco, Freedom Session.
Xavier Rudd, chi è il one-man band australiano
Per proporre la sua musica Xavier Rudd ha scelto la formula più semplice immediata ed economica. All’inizio forse era solo una questione di pura e semplice sopravvivenza: poi è diventata una nota distintiva artistica che lo rende assolutamente unico nel suo genere. Per quanto i suoi tour elettrici, con una band, siano davvero fantastici, la sua dimensione one-man band solo è di gran lunga la più affascinante e distintiva.
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Polistrumentista di raro talento Rudd suona davvero di tutto: chitarre e bassi, banjo e mandolini, strumenti a corde folk che si vedono soltanto nei documentari che riguardano i vecchi cantautori australiani. E dunque il didgeridoo. Tenendo il ritmo con stompbox e tamburi, creando linee melodiche con armonica e fisarmonica. Lui sostiene di avere imparato quasi tutto per strada, e alla strada ha restituito la sua straordinaria vena artistica che trae ispirazione dalla vita di tutti i giorni. Meglio se lontana dagli stress che tecnologie e convenzioni comportano.
Una scelta di coerenza
A molti che lo vedranno per la prima volta Xavier Rudd potrà ricordare il Ben Harper più essenziale, quello acustico o quello che con gli Innocent Criminals proponeva alcune cose più soft. In realtà Rudd è davvero difficile da etichettare: ed è il suo bello.
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Classe 1978, nato a Torquay, perla sulla costa dello stato di Victoria, Australia, Rudd comincia a suonare giovanissimo. E suona quello che ascolta nel quartiere e nelle case dei vicini. E dunque soprattutto folk. In un certo quale modo la sua si potrebbe definire la musica dei surfisti australiani per i quali Rudd è un autentico manifesto, un’icona culturale.
In realtà le influenze di Rudd sono culturalmente di peso, profondamente radicate nella radice aborigena australiana, dalla quale ha tratto ispirazione per il suo uso del didgeridoo e per i temi che esplora nelle sue canzoni. La sua musica riflette un profondo rispetto per la natura e una connessione spirituale con la terra, temi ricorrenti nella cultura aborigena.
Carriera e discografia
Il debutto ufficiale di Xavier Rudd risale al 2002 con l’album To Let. Si tratta di un biglietto da visita già molto interessante con il quale mescola elementi estremamente dinamici: folk, reggae, rock e blues giocando con gli strumenti e una tecnologia molto basica. Molto, ma molto prima di Ed Sheeran, Rudd capisce che il rapporto tra se stesso e il pubblico è l’unica cosa che conta. E le sovrastrutture sono inutili.
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Purtroppo rispetto a Ed Sheeran gli mancano un po’ di elementi di marketing e l’appoggio di grandi multinazionali global. Lui se ne frega. Anche quando il grande successo internazionale lo coglie con Solace, Rudd decide di portare avanti al sua musica alla solita vecchia maniera girando il mondo in classe economica, con i suoi strumenti e pochi fronzoli.
L’evoluzione di Xavier Rudd
Dopo Food in the Belly, Xavier Rudd prosegue il suo percorso con diversi album molto fortunati. In White Moth, già nel 2007 parla di sostenibilità ambientale e spiritualità. In Dark Shades of Blue, l’anno dopo, avverte che le cose se continuano così potrebbero anche andare a finire male. E parla anche di sé in una chiave più introspettiva e meno ‘naif’.
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Spirit Bird è un capolavoro e offre una delle sue canzoni più iconiche e amate – Follow the Sun – che diventa un vero e proprio inno globale con il quale invita l’uomo a tornare alla sua semplicità, a quel less is more che negli ultimi anni sembra essere tornato a fare capolino tra sprechi ed eccessi ingiustificati.
Giustizia sociale, ambiente e coerenza
La musica di Xavier Rudd è caratterizzata da temi che riguardano la giustizia sociale, i diritti umani l’ambiente. Sono temi che oggi pochi artisti trattano, sicuramente non quelli che vogliono fare i soldi veri. Magari con una canzone, con un messaggio, ma viaggiando sul jet privato e affidando le proprie campagne ad aziende di marketing.
Spirit Bird
Tutto in Rudd tutto trasuda coerenza: l’artista australiano è un fervente sostenitore dei diritti degli aborigeni australiani e utilizza la sua piattaforma per sensibilizzare il pubblico su questioni sociali e ambientali.
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Un esempio significativo è Spirit Bird che riflette il suo profondo legame con la terra e la sua spiritualità. Il brano è un invito a riconnettersi con la natura e a vivere in armonia con il nostro ambiente.
Rudd è anche un sostenitore della pratica dello yoga e della meditazione, che considera fondamentali per mantenere un equilibrio tra corpo e mente. Questo approccio olistico alla vita si riflette nella sua musica, che spesso trasmette un senso di pace e armonia.
Xavier Rudd dal vivo
Vedere Rudd dal vivo è davvero una esperienza sociale. Dalle nostre parti si è visto relativamente poco. Torna in Italia dopo il meraviglioso concerto al Teatro Romano di Verona dello scorso anno per cinque date delle quali quella di Segrate è la prima. Poi Sogliano al Rubicone (mercoledì 7), Fortezza Nuova di Livorno (giovedì 8), Dum Dum Republic a Paestum (giovedì 8) e Norcia (venerdì 9).
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Durante i concerti Rudd spesso suona più strumenti contemporaneamente, utilizzando loop station per creare strati di suono che diventano estremamente complessi e avvolgenti. La connessione con il pubblico, anche per la semplicità e il grande impatto del suo messaggio è uno dei suoi punti di forza. Un’abilità dal quale molti hanno tratto ispirazione e motivo di imitazione.
Nel corso della sua carriera, Xavier Rudd ha collaborato con numerosi artisti, ampliando ulteriormente la sua influenza musicale. Ha lavorato con musicisti come Michael Franti, Jack Johnson, e Ben Harper che era passato dal nostro paese lo scorso anno, di nuovo con gli Innocent Criminals per uno show meraviglioso proprio in questo stesso periodo insieme a John Butler sempre al Magnolia.
“Abbiamo perso la pazienza”
Le parole con le quali Rudd presenta il suo lavoro sono significative: “Abbiamo perso la pazienza, più che il rispetto. Abbiamo perso una attitudine che in passato significava sopravvivere. Dobbiamo tornare a metterci in discussione ed essere più aperti e onesti con noi stessi, riconoscere i nostri difetti, provare a correggerli senza farne drammi. Se proviamo a migliorare, allora potremmo essere sulla buona strada per fare qualche passo avanti”.
Il concerto di Xavier Rudd si apre alle 21.00. In apertura Joshua Radin.
Questa una delle ultime scalette del tour europeo di Xavier Rudd
Stoney Creek
Energy Song
Culture Bleeding
We Deserve to Dream
Storm Boy
Breeze
Ball and Chain
Let Me Be
High Times
Messages
World Order
Walk Away
Spirit Bird
Lioness Eye / Flag
Follow the Sun
Magic
Come Let Go