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Non bisogna Mai tornare nei posti dove si è stati bene. Confesso, mi fa paura, perché a differenza che nel cinema, nella vita non esiste il replay.
(Gabriele Salvatores)
Nirvana è uno dei miei film preferiti. Gabriele Salvatores è un genio. Un visionario. Ha anticipato i tempi con una storia di realtà virtuale di persone il cui cervello viene letteralmente fritto se perdono il contatto con la realtà. Era il 1997, anticipato ha perfino Matrix. Quella è stata una delle più belle esperienze della mia vita.
(Christopher Lambert)
Durante la 64esima edizione della cerimonia degli Oscar, tenutasi il 30 marzo 1992, presentata da Billy Crystal, il cinema italiano torna a trionfare nella sezione miglior film straniero, aggiudicandosi La prestigiosa statuetta, dopo 17 anni dalla vittoria di “Amarcord“, di Federico Fellini, con “Mediterraneo”firmato da Gabriele Salvatores. Trasferitosi a Milano dalla nati a Napoli, coltiva la passione per l’arte fondando, nel 1972 il Teatro dell’Elfo, dirigendo numerosi spettacoli d’avanguardia. Proprio da uno di questi lavori nasce la sua prima regia cinematografica : “Sogno di una notte d’estate“, un’opera ispirata a Shakespeare, che abilmente intreccia cinema e teatro, musica e danza, in un clima fiabesco.
Con la cosiddetta “Trilogia della fuga” composta da: “Marrakech Express” (1989), “Turnè” (1990), “Mediterraneo” (1991), idealmente proseguita con “Puerto Escondido” (1992), si conferma tra i maggiori esponenti del nuovo cinema italiano. L’attore faro di questo percorso cinematografico è Diego Abatantuono che insieme a lui e al produttore Maurizio Totti, nel 1986 danno vita alla “Colorado Film“, con sede a Milano. Nel 1997 affronta coraggiosamente un genere poco frequentato dal cinema italiano, la fantascienza, dirigendo “Nirvana“. Una storia con una trama cyberpunk che utilizza in modo massiccio effetti speciali generati al computer, che vede protagonisti Christopher Lambert, Diego Abatantuono, Stefania Rocca, Emanuele Seigner e Sergio Rubini.
Milano anno 2005: giunti a pochi giorni dall’uscita sul mercato per Natale di un nuovo videogioco a controllo mentale, chiamato Nirvana, la copia originale in possesso di Jimi, (Christopher Lambert) , il programmatore del gioco, viene infettata da un virus. Il contagio ha una singolare conseguenza, quella di far prendere coscienza della propria esistenza al personaggio principale del gioco, “Solo”, (Diego Abatantuono), che si mette in contatto con Jimi e gli chiede di rivelargli chi è in realtà. Il programmatore si vede costretto a svelare la sua natura di essere virtuale a Solo che lo implora di essere cancellato prima di venire replicato in migliaia di copie, vendute in tutto il mondo.
Jimi inizia un percorso nelle zone periferiche della città, alla ricerca di qualcuno capace di fornirgli un virus che gli permetta di introdursi nei sistemi della Okosama Starr nei cui hard drive c’è la versione originale del gioco. Nel suo percorso incontra “Joystick”, (Sergio Rubini), un personaggio che conosce bene le periferie e che lo aiuta a muoversi nei bassifondi, luoghi che è solito frequentare alla continua ricerca di denaro per comprarsi delle nuove Iridi artificiali, avendo venduto gli occhi per racimolare qualche soldo, sostituendoli con due telecamere. Ai due si aggiungerà un hacker, “Naima”, (Stefania Rocca), una ragazza dai capelli blu, con un ingresso dati all’altezza del sopracciglio, che permetterà a Jimi di infiltrarsi nel database della società, attraverso il terminale di una stanza d’albergo. I tre entrano nel cuore della Okosama Starr e trasferiscono milioni di denaro sporco ai conti di conoscenti e amici ed il restante agli abitanti delle periferie. Il loro accesso viene scoperto e mentre Joystick e Naima scappano, ormai ricchi, Jimi decide di restare per onorare la promessa fatta a Solo, cancellando definitivamente Nirvana, precludendosi ogni via di fuga.
Sostenuto dalla coinvolgente colonna sonora, di Federico De Robertis e Mauro Pagani, il film è stato girato interamente a Milano, utilizzando i vecchi stabilimenti dismessi dell’Alfa Romeo trasformati in un gigantesco set cinematografico. Oltre la adamitica icona pubblicitaria del videogioco, la Dea Kali, interpretata da una irriconoscibile Luisa Corna, il film conta l’apparizione in piccoli cameo di numerosi attori italiani, tra i quali Silvio Orlando, Paolo Rossi, Bebo Storti e Claudio Bisio, quest’ultimo legatissimo a Gabriele Salvatores, debuttando sul grande schermo nel 1983, in “Sogno di una notte d’estate”.
Ma questa è un’altra storia…
Joe Denti