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Il collaudo del pubblico, la severità del pubblico, e magari anche la sua grossolanità, e il nostro mestiere sono indispensabili, in un certo senso perché altrimenti l’industria cinematografica non riesce a sopravvivere.
(Nanni Loy)
Il titolo chiave che diede il via alla fortunata stagione della commedia all’italiana arriva sul grande schermo nel 1958. “I soliti ignoti”, diretto da Mario Monicelli e sceneggiato da ‘Age e Scarpelli’, costellato da personaggi a cavallo del vecchio, quello del Neorealismo rosa, è il nuovo stile di fare cinema, realizzato con un linguaggio filmico innovativo, le inquadrature dal taglio svelto, moderno, essenziale, la struttura agile e tuttavia ricercata, la sceneggiatura impeccabile con i dialoghi deliziosi, degni delle commedie hollywoodiane firmate da Lubitsch e Cukor.
La commedia all’italiana è questo: trattare con i termini comici, divertenti, ironici, umoristici degli argomenti che sono invece drammatici. E’ questo che distingue la commedia all’italiana da tutte le altre commedie
( Mario Monicelli )
Monicelli mette in scena la più improbabile e scalcinata “banda” di ladruncoli del cinema italiano, capeggiata da Giuseppe detto “Peppe er Pantera” (Vittorio Gassman), Tiberio (Marcello Mastroianni), Mario (Renato Salvatori), Capannelle (Carlo Pisacane), Michele, detto “Ferribotte” (Tiberio Murgia), fratello geloso di Carmelina (Claudia Cardinale), innamorata di Mario.
L’obiettivo della “banda” è mettere a segno un colpo “scientifico” ai danni del Banco dei Pegni di Roma, utilizzando la tecnica del “buco”, nel raggiungere il locale dove si trova la cassaforte, attraverso il passaggio della parete dell’appartamento contiguo ritenuto disabilitato. durante la preparazione del colpo la “banda” viene istruita da Dante, interpretato da Totò, noto scassinatore a riposo che svolge ormai il ruolo di consulente. Il piano “scientificamente” studiato va storto, infatti i nuovi proprietari dell’appartamento hanno cambiato la disposizione dell’arredamento spostando la sala da pranzo confinante con il Monte dei Pegni, e i ladri demoliscono la parete sbagliata trovandosi nella cucina di casa. La banda è costretta a rinunciare, non senza prima approfittare della pasta e ceci trovata in cucina. Il giorno dopo, un trafiletto di cronaca su un quotidiano riporta le gesta dei soliti ignoti il cui bottino rimane il piatto di pasta e ceci.
L’anno seguente, nel 1959, Nanni Loy eredita da Monicelli La Banda dei “I soliti ignoti” realizzando: “Audace colpo dei soliti ignoti“, con una regia più scherzosa e leggera, gradevole per il ritmo veloce degli avvenimenti, parodia del gangster-movie, tutto trasferito nel clima di improvvisazione italiana, assumendo un tono irresistibilmente comico, senza rinunciare alla genialità, come nella sequenza della fuga dell’auto degli improvvisati rapinatori, preparata per cambiare velocemente colore della carrozzeria e il numero di targa, trucco che sarà ripreso in altre pellicole che raccontano imprese seriamente criminali. Con Loy, la banda di ladruncoli perde Marcello Mastroianni, sostituito da Nino Manfredi nel ruolo di Ugo, detto “Piedeamaro“, meccanico abile alla guida di macchine da lui truccate.
Mi disturba la morte, è vero. Credo che sia un errore del Padreterno. Io non mi ritengo per niente indispensabile, ma immaginare il mondo senza di me… Che farete da soli?
(Vittorio Gassman)
Il Padreterno creò la donna soltanto dopo aver creato l’uomo perché non voleva essere seccato da consigli su come regolarsi.
(Nino Manfredi)
La fortuna e quando l’opportunità bussa e tu rispondi.
(Renato Salvatori)
Il matrimonio funziona meglio se entrambi i partner restano un po’ non sposati.
(Claudia Cardinale)
Su na’ storia ha cutari a cumpagnia nu ‘ta mancari
(se una storia devi raccontare devi avere un pubblico).
(Tiberio Murgia)
La fame è il migliore dei condimenti.
(Carlo Pisacane)
“Peppe er Pantera”, dopo il fallimento del colpo al Banco dei Pegni di Roma, e pedinato da un losco figuro a cui non riesce a sottrarsi è che si ritrova, nonostante i suoi furbi stratagemmi per sfuggirgli, ad aspettarlo a casa. Si tratta di un sedicente gangster di Milano, Virgilio (Riccardo Garrone) il quale gli propone un colpo preparato “scientificamente”, facile e con un ricco bottino. Rapinare l’incasso del Totocalcio. Peppe dovrà formare una squadra di esperti rapinatori e il milanese fornirà i mezzi e le sue capacità organizzative, che includono anche la classica pupa svampita (Vicky Ludovisi) , che con la sua seduzione ha convinto un ragioniere del Totocalcio a partecipare, come complici, alla rapina che dovrà avvenire durante il trasferimento dell’incasso delle giocate.
La banda dei “I soliti ignoti” si ricompone con la collaborazione di un nuovo elemento, Ugo detto “piedeamaro“, per trasferirsi a Milano dietro copertura di una trasferta calcistica (Milan-Roma) , ma durante il viaggio in treno il milanese viene arrestato per borseggio. Poiché il colpo è stato studiato nei dettagli “la banda” decide comunque di attuarlo. Il piano consiste nel provocare un incidente d’auto, facendo con un camion una manovra contromano bloccando l’auto che trasporta l’incasso, per poi fuggire a bordo dell’automobile (Fiat 1100) appositamente truccata da Ugo, raggiungendo Bologna al fine di riprendere il treno dei tifosi romanisti diretto alla capitale.
Il colpo però non va secondo i piani trasformandosi in una rocambolesca azione ottenendo ugualmente lo scopo della rapina. Il giorno dopo i ladri festeggiano tutti insieme la riuscita del colpo, ma presto scoprono che le indagini della Polizia si sono spostate a Roma, perché l’autista della macchina del Totocalcio ha riferito di aver sentito imprecare in romanesco. Il gruppo viene convocato in questura ma tutti riescono a confermare il proprio alibi non convincendo il maresciallo (Mario Feliciani) che li invita a tenersi a disposizione. Nel frattempo Capannelle, non resistendo al buffet di un ristorante, ha ritirato dei soldi sufficienti ad un ricco banchetto con il risultato di un enorme indigestione che lo porta ad un ricovero d’urgenza all’ospedale, con la scottante valigia nascosta sotto il letto. I compagni lo vanno a trovare recuperando il bottino ma finiscono per litigare, poiché nessuno vuole o può nascondere la valigia. Alla fine è Ugo che decide inizialmente di tenersela ma poi preda anch’egli della paura di essere scoperto l’abbandona sotto una panchina e di avvertire, con una telefonata anonima, la Polizia. Inutilmente i soci corrono a riprenderla, la Polizia arriva prima di loro e ancora una volta i soliti ignoti rimarranno a bocca asciutta.
Sulle note della colonna sonora firmata da Piero Umiliani “I soliti ignoti” arrivano alla Stazione Centrale di Milano infiltrati tra i tifosi romanisti al seguito della squadra per assistere all’incontro Milan – Roma. L’incrocio dove la pupa del gangster Milanese incontra il ragioniere del Totocalcio, complice del piano criminale, è in via Larga angolo via Flavio Baracchini. La rocambolesca rapina avviene in zona Stazione Centrale, esattamente alla fine del tunnel ferroviario che congiunge via Ferrante Aporti a via Raffaele Parravicini. Durante la fuga in auto “I soliti ignoti” faranno una breve sosta sotto un ponte in zona Isola dove toglieranno la velina adesiva nera portando la carrozzeria dell’auto al colore originale bianco, sostituendo la targa. Eludendo le forze dell’ordine percorreranno le Alzaia Naviglio Grande e il cavalcavia del Ghisallo.
Nanni Loy, nel 1964, ispirandosi al fortunato format statunitense Candid Camera, darà il via al programma televisivo “Specchio segreto“, da lui scritto, diretto e interpretato, trasmesso dalla Rai in cui alcuni indimenticabili sketch sono stati realizzati a Milano.
Ma questa è un’altra storia…
Joe Denti