Sanremo è Sanremo, ma non più in Rai. Il Festival della Canzone Italiana rischia di traslocare altrove: gli scenari.
Amadeus va sul Nove e, forse, anche Sanremo. La notizia sconvolge, ma qualche certezza sul tema forse c’era già. I mal di pancia sono cominciati già dall’edizione 2023. Quella vinta da Marco Mengoni con “Due vite”. Tanto è passato da quando il Festival della Canzone Italiana ha cominciato nuovamente a interessare giovani e meno giovani, la kermesse è sempre stata un’istituzione televisiva tutta italiana, nonché l’unico format che va in Eurovisione escludendo la Via Crucis e il Concerto di Capodanno.
Un fiore all’occhiello sempre appannaggio della Rai. Il boom di ascolti degli ultimi tempi, però, ha cominciato a stuzzicare i discografici. I quali sono parte integrante di questo indotto che, sul piano commerciale, ha portato (non solo alla Rai) 60 milioni di guadagni. Una cifra a cui si devono sommare i 18 milioni derivanti dal turismo che Sanremo richiama.
Alberghi, appassionati, tutto lo spostamento di celebrità, televisioni e non solo. Non c’è solo la Rai, questo è chiaro, ancor più lapalissiano però è il disappunto degli addetti ai lavori: “Sanremo è troppo piccola per ospitare una manifestazione di tale rilevanza. Ci vorrebbe un appalto per mettere l’evento al bando”.
Questa è la prima proposta che è stata fatta: Sanremo senza la Liguria, però, non può esistere. Anche per una questione di nome. Altrimenti non si chiamerebbe più Festival di Sanremo, ma altro. Quindi, lavori sì, ristrutturazioni e ammodernamenti, ma l’Ariston non si tocca. A cambiare, piuttosto, come rende noto La Stampa in un articolo a 4 mani firmato da Antonio Bravetti e Giulio Gavino, potrebbe essere l’emittente di riferimento.
La convenzione con la Rai, nello specifico, dura 5 anni. Nel 2025 si conclude, poi si vedrà. A dirlo è anche il Sindaco della Città dei Fiori che aspetta qualsiasi tipo di offerta: Biancheri, nello specifico, dice che non sta a lui decidere. Visto che, in caso di nuove possibilità, potrebbe esserci un’altra giunta.
L’uomo è a fine mandato, ma la questione Sanremo resta aperta. In questo, necessariamente, Amadeus entra a gamba tesa. L’uomo del Nove, addio alla Rai ufficializzato proprio nelle ultime ore, potrebbe rivoluzionare l’emittente targata Warner Bros. Una novità potrebbe essere proprio quella di acquistare Sanremo per rimettere al centro di tutto Amadeus, che ha fatto il Direttore Artistico della kermesse per 5 anni con risultati incredibili.
La Warner – nello specifico – potrebbe spingere per questo tipo di rivoluzione, un ritorno all’antico con la giusta avanguardia radiofonica. La kermesse sarebbe ugualmente trasmessa in chiaro, con tutti gli oneri del caso. Solo la concessione costa alla Rai 5 milioni, 2,3 dei quali soltanto per l’affitto del Teatro Ariston.
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A questo punto resta solamente capire chi offrirà di più: prendere Sanremo significherebbe sostenere anche tutta una serie di spese piuttosto importanti, non sostenibili da chiunque. Dal 2026 si vedrà, intanto nel 2025 l’appuntamento è ancora all’Ariston. Senza Amadeus che lo guarderà da casa, al suo posto (forse) Carlo Conti. In alternativa Paolo Bonolis, Alessandro Cattelan e Stefano De Martino. Ci sono anche le quote rosa: Clerici, De Filippi, Carlucci in pole. Sanremo non sarà più lo stesso, non solo per una questione organizzativa.