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Cultura e Spettacolo

Netflix racconta la storia di Kevin Olguin Sepulveda: il mistero del “Baby Bandito” alla conquista di Milano

Netflix prende spunto dalla storia realmente accaduta di Kevin Olguin Sepulveda. Il Baby Bandito con un mandato di cattura internazionale.

Netflix narra le gesta di Kevin Olguin Sepulveda. Il baby bandito per antonomasia. La serie, infatti, disponibile su Netflix a partire dal prossimo 31 gennaio, si chiamerà proprio così: Baby Bandito. Nessuno spoiler, per il momento, ma trattandosi di una storia realmente accaduta è opportuno ripercorrere i tratti salienti di una parabola che sta ancora facendo discutere le autorità e non solo. Una vera e propria caccia all’uomo.

Baby Bandito, la storia vera (Screenshot Google-MilanoCityRumors.it)

Il ragazzo in questione oggi ha 29 anni e, nel 2014, fu protagonista di un commando che in Cile assaltò un portavalori all’aeroporto Arturo Merino Benitez. Dentro c’erano 11 milioni di dollari. Da allora il giovane è stato inseguito alle calcagna da un giornalista che non ha mai mollato l’inchiesta, salvo poi essere preso a Barcellona tempo dopo.

Baby Bandito: la storia di Kevin Olguin Sepulveda

L’ipotesi che qualcuno lo avesse “venduto” era più che fondata, ma in questa fuga costante “El Nino de Oro” – come lo chiamavano spesso – ha avuto modo di arrivare anche a Milano. Proprio per questo la sua storia è fitta di intrighi e sotterfugi. Militava in via Padova, ma come ci è arrivato: il merito era dei suoi contatti internazionali.

La storia del baby bandito su Netflix (Screenshot Google-MilanoCityRumors.it)

A quel tempo via Padova brulicava di immigrati cileni: un “tesoro” da custodire per immobiliari e palazzinari di stirpe. La situazione era chiara. Kevin aveva trovato, nel corso della propria latitanza, ospitalità in diversi alloggi. Oltre che rifugio dalle autorità. Veniamo al 2015, anno dell’Expo a Milano, in quel tempo ci fu un terremoto in Cile che interessò anche il ragazzo. Il quale si trovava ancora nel capoluogo lombardo in fuga perenne.

Dal Cile a Milano

Nello stesso posto, però, c’era anche il giornalista che lo aveva seguito ovunque per anni. La casualità ha voluto che il cronista fosse all’ombra del Duomo per intervistare cileni a Milano. Parenti delle vittime del terremoto. In un alloggio che ha trovato pieno di connazionali, il giornalista scrutò il volto di Sepulveda.

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La situazione si fece pesante, il ragazzo – con l’ennesimo ausilio e un pizzico ulteriore di buona sorte – riuscì a scappare. Venne preso qualche anno dopo a Barcellona. Non girava da solo, ma con due collaboratori che gli guardavano le spalle: le autorità riuscirono a identificarli e in questo modo risalirono facilmente anche a lui.

Che fine ha fatto la refurtiva?

Anni di corse, inseguimenti e nascondigli. In stile “Casa di Carta” ma con le guglie. Oltretutto, il bottino del giovane e di quel commando non si è mai rintracciato. Recuperato solo un milione di dollari. Dove sia il resto della refurtiva è ancora un mistero. Per provare a scoprirlo, basterà premere il tasto play dal 31 gennaio.