Les Votives è il gruppo rivelazione dell’ultima edizione di XFactor: la band è un’istituzione sul territorio di Milano. Il segreto nel nome.
Milano, oltre la frenesia della quotidianità ci sono suggestioni da scoprire. Al cospetto del Duomo e non solo si celano opportunità diverse e al tempo stesso importanti che potrebbero cambiare la vita di chiunque. È successo a tre persone, tre fratelli, acquisiti, per questo ancora più uniti. Angelo Maria Randazzo, Riccardo Lardinelli e Tommaso Venturi. Rispettivamente suonano batteria, chitarra e basso. Il secondo va anche in voce.
Doni che gli ha dato Madre Natura e loro hanno deciso di assecondare. Si ritrovano, quindi, con lo stesso sogno e abbastanza audacia per provare ad inseguirlo. I palchi sono gli stessi che sognano tutti, ma loro vogliono portarli fuori dalle allucinazioni della cameretta. Quindi escono e si scontrano con il mondo reale, quello in cui chiunque può essere un artista ma in pochi riescono davvero a restare sulla cresta dell’onda.
A 18, 23 e 24 anni decidono di prendere in mano la situazione e iniziano a girare per strada. Milano è una città che lavora e loro ubbidiscono: suonano cercando di ottenere i primi consensi. Non arrivano, ma la voglia di esserci è più forte di qualunque rifiuto. Un pomeriggio decidono di mettersi a fare busking in Piazza Duomo. Ultima spiaggia per chi ha già provato qualsiasi cosa. Dentro o fuori. Il segnale che stavano aspettando.
Cantano, suonano e si esibiscono in cover illustri e qualche pezzo inedito. Il prodotto di questa “follia” sono circa 700 euro in poche ore. Un punto di partenza, anzi: ripartenza. La cameretta e le serate a scrivere sono dietro l’angolo. Ma Milano gli ha fatto la grazia e a modo suo li ha “benedetti”. Fare musica potrebbe non essere più soltanto un sogno, ma diventare realtà. Al resto ci pensa XFactor: il video dell’esibizione in Piazza Duomo viene caricato su YouTube e comincia a ottenere visualizzazioni. Una crescita esponenziale che li convince a presentarsi.
Piacciono e arrivano alle fasi importanti del programma. Quanto basta per sorprendere personalità del calibro di Achille Lauro e Manuel Agnelli. Les Votives non sono più una meteora, ma una realtà interessante del territorio milanese. Molto chic e poco radical, come amano definirsi: “Facciamo chic rock – dicono alla stampa – anche se non esiste”. Una collocazione che hanno trovato per dar seguito al proprio flusso di coscienza.
Modelli e riferimenti, che diventano citazioni, ne hanno a bizzeffe: da David Bowie a Rolling Stones e Beatles, ma anche Kasabian e Artic Monkeys. Senza dimenticare i Black Keys. Un filo conduttore tra passato e presente. Loro non hanno l’ambizione di essere futuro, ma vogliono provare a disegnare la vita a propria immagine e somiglianza. Rockstar a conduzione familiare. In questo ossimoro c’è tutta la loro forza.
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Anche per questo si chiamano Les Votives: piccole statue di terracotta, ma anche in metallo e bronzo. Gli antichi le portavano nei templi come offerta agli dei, per chiedere una previsione oppure ringraziarli. Loro, tre ragazzi con un sogno in tasca, sono stati benedetti dalla musica. E la ringraziano ogni volta che vengono chiamati in causa. Non è un voto, ma un atto dovuto. Il primo di tanti dopo il fattore X, ma quel che conta è la componente M. Milano, gli assoli e la Madonnina che domina in lontananza. Quell’abbraccio non li abbandona mai.