Serata d’eccezione al Blue Note per Jany McPherson che si esibirà con due concerti, alle 20.30 e alle 23 in un concerto destinato a illustrare il suo ultimo lavoro A Long Way
JanyMcPherson arriva da lontano. La straordinaria pianista cubana, 46 anni, ha una storia personale importante che in qualche modo rievoca anche sofferenza.

Nel corso di una lunga e splendida intervista esclusiva è lei stessa a ricordare le sue origini che riportano ovviamente a Cuba.
Jany McPherson, da Cuba a cittadina del mondo
“Sono nata a Guantanamo e quasi tutto della mia musica parla non solo di Cuba ma anche dei molti viaggi che ho fatto e delle molte e fortunate collaborazioni che ho avuto. Gli ultimi dieci anni sono stati incredibili e mi hanno portato molto più lontano di quanto avrei mai potuto sperare e immaginare. Ho suonato moltissimo, imparato moltissimo, mi sento davvero privilegiata a fare le cose che faccio”.
A Long Way: collaborazioni importanti
Il suo rapporto con l’Italia è consolidato: ha cominciato a suonare nel nostro paese fin dal suo primo arrivo in Europa esibendosi un po’ dappertutto in festival decisamente prestigiosi che le consentono di diventare sempre meno una pianista d’essai e sempre più una performer da quotare a livello internazionale. Cosa che ovviamente l’ha messa al centro della scena. Al punto che nel 2022 a chiamarla è nientemeno che John LcLaughlin, un autentico colosso che la vuole con sé nel suo Quintet per il Liberation Tour.
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Una chiamata che vale quanto una laurea con lode: “È stato emozionante, anche perché si è creato un rapporto che va al di là del progetto disco o concerto. Abbiamo saputo creare un’alchimia che mi ha consentito anche in questo caso di andare oltre, di creare qualcosa di assolutamente nuovo. John ha voluto anche che cantassi e per me questo è stato un grande premio, un riconoscimento che porto nel cuore. Lavorare con lui è stato incredibile: ma anche facile. I più grandi sono sempre così, sanno rendere tutto così facile”.
Jany McPherson e John McLaughlin
John McLaughlin compare in una delle tracce dell’ultimo disco di Jany, Tu y Yo che brilla di luce propria in A Long Way in cui la chitarra di McLaughlin fa da tappeto alla incantevole e rassicurante voce di Jany: “È una canzone dolce, una canzone d’amore in spagnola, ma ha un linguaggio talmente facile e comprensibile che la rende davvero universale. Volevo che fosse una canzone semplice, facile da ricordare e che mi mettesse a mio agio quando la canto. A lui credo sia piaciuta la mia naturalezza…”
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Il brano è un piccolo capolavoro: un brevissimo assolo di John McLaughlin fa da inciso alla parte di piano e voce creando un tappeto caldo e sofisticato a un testo delicato e poetico… in cui due amici parlando senza parole percorrono sentirti che portano verso l’eternità.

Accanto a un colosso
McLaughlin, 83 anni, ha sempre meno voglia di suonare in giro per il mondo. Ma se c’è il suo nome da qualche parte, e la speranza è che quest’anno sia anche a Montreux, c’è anche quello di Jany… “La sua chiamata è stata in qualche modo una benedizione che mi ha consentito di lavorare con uno dei migliori di sempre. Quando in Tu y Yo abbiamo creato qualcosa insieme è stato normale farlo in una lingua comune. Lui parlava quella del jazz dell’era d’oro io ho ripensato al feeling, il sound cubano degli anni ’40. È stato più semplice di quanto si possa pensare”
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Il sentiero di Jany non sempre è stato facile: “Fin qui è stato un lungo viaggio come racconto nel mio ultimo album, costellato anche di momenti di incertezza. All’inizio quando cominciarono a crearsi le prime piccole opportunità di collaborazione o di esibizione la prima domanda che mi facevo era… ‘sarò in grado’. Ora cerco sempre di dirmi che cosa fare, come sfruttare questa occasione per crescere, per migliorare, per diventare una musicista ancora più completa”.
A Milano al Blue Note
La bambina che a Guantanamo ascoltava musica dagli amici di famiglia e si esibiva nel quartiere di casa è ancora molto presente in lei: “Quella bambina si è divertita molto e credo di lei di avere mantenuto una certa curiosità e una notevole fiducia nel prossimo. Capisco che Guantanamo sia un nome impegnativo. Ma per me è stata casa e famiglia e quello che ho vissuto dell’america aveva poco di militare e molto di musicale”.
Insieme a lei Luca Bulgarelli al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria.