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“Io non sono un Genio”: in arrivo il primo album solista di Alessandra Contini

Chi ha acceso almeno una volta la Tv o la radio o è andato su di un sito musicale tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, l’ha sentita cantare. Il brano Pop Porno era il tormentone del momento, rilanciato ed osannato sia dai programmi di massa che da un pubblico più colto ed intellettuale. La canzone fu una felice intuizione creativa che mescolava atmosfere della musica anni sessanta, dello shibuya kei (il genere giapponese nato dall’unione di pop ed elettronica) e dell’easy listening di matrice internazionale. Pop Porno, ovviamente aiutata dal titolo e dal testo ammiccante, fu un successo di pubblico, ovunque orecchiata e canticchiata.

Il duo autore della canzone era Il Genio, formato da Gianluca De Rubertis e Alessandra Contini, pugliesi divenuti milanesi nella loro carriera artistica. Alessandra Contini proporrà in primavera il suo primo album da solista, Continentale (Uma Records), a nome semplicemente Contini. Ad anticipare l’album esce oggi il singolo, Complimenti, brano caratterizzato da un clima ritmico e sonoro in costante bilico tra inverno ed estate. La musica e i testi raccontano la quotidianità resa statica e dilatata per ritrovare il proprio più profondo sé stesso, lontano da tutto ciò che è impersonale.

“Lavorare al mio disco solista è stato come riscoprire il mio continente interiore. Ogni canzone è una tappa, un breve episodio del mio viaggio personale che ho deciso di rivelare agli altri. E, in questo disco, io non sono un Genio.”

L’album è stato registrato in collaborazione con Giovanni Calella che ha curato gli arrangiamenti e la produzione artistica. Complimenti è il primo brano estratto dal disco di debutto, tra elettronica e atmosfere retrò, liberatorio e sincero, in cui il riff di chitarra scandisce, come a volerlo sottolineare, tutto ciò che l’uomo di oggi vive abitualmente nel quotidiano. Racconta l’ansia di emergere e di apparire che strozza ogni tipo di ricerca verso un’autenticità tanto utopica quanto agognata, per poi lasciare spazio a un ritornello quasi disinteressato, che suggerisce l’idea del fermare l’odissea del quotidiano ricordandoci di “respirare”. E di rallentare tutto, almeno per un momento.