Fedez come Ghali e non solo. Anche il rapper di Rozzano si schiera dopo quanto sta succedendo a Gaza: il post social fa discutere.
Fedez non resta a guardare. Gli artisti, nelle scorse settimane, si sono schierati su quanto sta succedendo a Gaza. Una guerra sul suolo palestinese in scena dal 7 ottobre scorso, ma la storia vede avvicendarsi Israele e Palestina da molto prima. Se in precedenza il tema veniva affrontato soltanto da esperti di politica estera e per strada, usando un espressione eterogenea, se ne parlava poco, ora il dibattito entra nelle case e nelle scuole.
Non senza ripercussioni. Le notizie di cariche e assalti a studenti nelle università e aggressioni ad attivisti sono all’ordine del giorno. In special modo gli artisti restano sotto l’occhio del ciclone. Qualcuno parla anche di censura, termine che sembrava non dover essere più usato. Il primo a riportarlo in auge, suo malgrado, è il rapper milanese Ghali.
Il cantautore ha subito – a suo dire – delle vessazioni durante il Festival di Sanremo. Aveva detto: “Stop al genocidio” sul palco dell’Ariston. Questo gli è costato da parte del primo rappresentante della comunità ebraica in Italia l’accusa di propaganda filo-palestinese. Una situazione di cui si è parlato anche a Domenica In, mettendo sulla graticola anche Mara Venier.
La conduttrice, secondo l’opinione pubblica, non diede abbastanza spazio a Ghali per replicare. Stesso atteggiamento adottato, sempre secondo l’opinione pubblica e il cantante stesso, con Dargen D’Amico. Da Febbraio a oggi sono passati 4 mesi e Ghali è nuovamente nell’occhio del ciclone.
Al concerto di Radio Italia Live di Milano ha chiesto un minuto di silenzio per i morti di Gaza: il risultato è l’esclusione del cantante al concerto di Napoli. Sempre organizzato da Radio Italia. “Sono stato cancellato”, ribadisce Ghali nel corso di una recente intervista. Cosa c’entra Fedez? Il noto cantautore, già nell’occhio del ciclone per altri motivi legati alla sua persona, ascolta e si informa su quanto sta accadendo non solo a Gaza, ma anche e soprattutto in Italia con l’atteggiamento scostante nei confronti dei suoi colleghi.
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Prima non si schiera, poi prende il coraggio a due mani e fa una stories social: la foto su Instagram ritrae un’opera di Bansky che si scaglia contro la Palestina. Questo gli è costato un’intemerata da parte dei fan. Non è censura, ma sollevazione popolare: “Era meglio quando cantavi le canzoni, senza occuparti di politica”, scrive qualcuno nei commenti. Per restare fedeli al passato di Lucia: vorrei, ma non posto, diceva una sua famosa canzone. Stavolta ha postato e gli effetti si stanno vedendo.