Chiara Ferragni, proseguono le indagini dopo il caso Balocco. Oggi è previsto l’incontro fra pubblico ministero e investigatori.
Un lunedì più importante di altri per Chiara Ferragni che si ritrova ancora una volta sotto i riflettori, ma in questo caso non è glamour. Si tratta della possibile diatriba legale che potrebbe vederla impegnata nei prossimi mesi. La situazione è in via di sviluppo, la pratica commerciale scorretta – per quanto riguarda vendita e distribuzione del pandoro Balocco rispetto alla beneficenza – c’è stata e i margini di controllo non sono finiti.
Sotto la lente d’ingrandimento anche le uova di Pasqua griffate Dolci Preziosi e le bambole Chiara Ferragni a marchio Trudi. Per quest’ultime le società dell’imprenditrice hanno preso posizione asserendo che tutto è andato come previsto e comunicato anticipatamente. C’erano dei canoni che sarebbero stati rispettati nel luglio del 2019. I pm e gli investigatori, però, vogliono vederci chiaro: passano, quindi, al setaccio tutti i movimenti economico-finanziari della donna dove compare la parola beneficenza, perchè la tesi dell’errore di comunicazione – come ha dichiarato la Ferragni stessa in un video di scuse pubblico dopo il caso Balocco – non convince.
Chiara Ferragni, giornata decisiva
Quindi oggi le parti si riuniranno per decidere, eventualmente, che tipo di reato contestare e nel caso effettuare le prime iscrizioni del registro degli indagati. La rilevanza penale, è stato spiegato nei giorni scorsi, potrebbe riguardare l’imprenditrice digitale nel momento in cui venisse acclarato che le sue società possano aver fornito indicazioni di lavoro e gestione delle trattative precedentemente agli accordi intercorsi.
Tradotto vorrebbe dire che sia stata – questa la tesi accusatoria da confermare o smentire – la Ferragni con il proprio entourage a suggerire un certo tipo di pratica commerciale alterata. Se così fosse, scatterebbe il reato di truffa in commercio. Per questo, il Procuratore di Milano Eugenio Fusco è in attesa delle analisi delle carte raccolte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza dall’Antitrust.
PM e investigatori s’incontrano
Capire come muoversi per determinare eventuali strategie e, nel caso della Ferragni e la sua difesa, contromosse. Oggi un primo tassello del puzzle potrebbe andare al suo posto. Basti pensare che al vaglio ci sarebbe persino il cachet di Sanremo 2023: somma che formalmente Chiara Ferragni ha donato all’Associazione Donne In Rete contro la Violenza. Una scelta che, adesso, sul piano economico dev’essere contestualizzata e trovare riscontro.
Nel frattempo l’imprenditrice torna sui social, ma la promozione va a singhiozzo. La Giustizia deve ancora pronunciarsi, ma per i fan il verdetto sembra essere già scritto: vendite in caduta libera, negozi vuoti non solo a Milano. Sedi ufficiali vandalizzate a Roma. Un vero e proprio effetto boomerang che rischia di mettere a repentaglio la sostenibilità del suo impero. Persi – riporta Il Giornale – 5 milioni di euro in poche settimane.
Senza contare gli sponsor che scappano via: chiedere a Coca Cola e Stafilo. Se il “sistema Chiara Ferragni” – come lo hanno chiamato gli inquirenti – ancora deve essere formalizzato, a prendere forma invece è un’ecatombe mediatica con cui la donna deve fronteggiarsi e alla quale forse non era abituata. Fanno eco, in tutto questo, le parole di Amadeus che l’ha scelta come co-conduttrice durante lo scorso Festival di Sanremo: “A certi livelli la svista non ti è permessa”. L’impressione, secondo le autorità competenti, è che ci sia molto più di un semplice errore di valutazione.