Chiara Ferragni al centro delle polemiche. Nel mirino anche la campagna con Oreo. Il Codacons fa un esposto. Come cambia l’inchiesta.
La Procura di Milano si aggiorna perchè c’è altro da indagare. Il Codacons mette i puntini sulle i e per Chiara Ferragni l’Odissea, dopo il Balocco gate, continua. La situazione non è semplice. Quel che sta succedendo, dopo l’iscrizione al registro degli indagati dell’imprenditrice digitale, è la rassegna in rapida successione di tutte le sue attività.
Si cerca di capire se possa esistere un sistema di pratica commerciale scorretta. Nel mirino oltre i pandori Balocco e le uova di Pasqua della Dolci Preziosi, anche i biscotti Oreo. Questo perchè le bambole della Trudi sono state messe “al sicuro” con un comunicato di smentita da parte delle società di Chiara Ferragni.
Chiara Ferragni nel mirino dell’Antitrust
Un impero che vacilla, ma bisogna capire da dove: il Procuratore di Milano Eugenio Fusco ha tutti gli elementi al vaglio e quello che serve è solo cercare di mettere ordine. Nel frattempo Chiara Ferragni continua ad avere una vita normale: le vendite sono in calo, ma lei prosegue con i suoi impegni. Si dice serena, ma così non è perché le perdite sono ingenti. Si sente sotto esame e mentre aspetta che la Giustizia faccia il suo corso, la gogna mediatica non perdona.
Ormai chi indossa i suoi prodotti o accessori è come bollato di poca credibilità. Una ragazza a Milano è stata insultata solo perchè portava il suo cappellino griffato: questo è il clima. Lei cerca di abbassare quel che in gergo viene definito sentiment, ma risulta complicato. Se non impossibile.
Sponsor in fuga e vendite in calo
La fuga degli sponsor (Coca Cola e Stafilo) ha acuito tutto. Inoltre la presunta crisi con Fedez. Insomma l’imprenditrice è attaccata su tutti fronti e quest’ultima beffa Oreo – se non chiarita – potrebbe essere il colpo di grazia. Lei cambia staff, cambia strategia, ma il nome Ferragni sembra avere comunque il bollino rosso.
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Il tempo non passa mai e l’attesa dei primi riscontri legali potrebbe fare più male che bene. Unica consolazione: la mancata revoca dell’Ambrogino D’Oro. La benemerenza rimane nelle sue mani, proprio come il destino che l’aspetta. Anche se capirlo, in questo momento, è un po’ complicato.