Violenze sulle donne: il 66% teme di essere aggredita. Spunta anche la paura nei giovani uomini

L’indagine sviluppata da Eumetra-Telefono Donna riporta dati allarmanti sulle violenze di genere: oltre la metà delle giovani intervistate teme molestie e aggressioni. Ma anche i nuovi uomini hanno timore

“La gelosia degli uomini diventa una minaccia. E la musica trap diffonde una cultura machista”. Queste, insieme ad altri dati emersi dall’indagine condotta da Eumetra-Telefono Donna e presentata presso il Centro Congressi della Fondazione Cariplo a Milano, fotografa una situazione allarmante sulle giovani donne ma anche uomini sulla violenza di genere.

violenza sulle donne
Violenza sulle donne, i dati dello studio di telefono donna. (milano.cityrumors.it)

Il 66% delle ragazze teme di essere aggredita in strada. Evitano di prendere mezzi pubblici dopo una certa ora, parlano al telefono con qualcuno lungo il tragitto, indossano abiti coprenti. Ma dall’altro lato della medaglia c’è anche un dato “a sorpresa” che spunta e che riguarda il genere maschile: 3 giovani uomini su 10, evitano di vestirsi in “un certo modo” poiché può attirare comportamenti “offensivi”, così come assumere alcol e droghe.

Violenza sulle donne: l’indagine

6 ragazze su 10 hanno dichiarato di aver subito atteggiamenti sgradevoli a prescindere dall’abbigliamento che indossavano. Per più della metà delle giovani donne avere un partner geloso è considerato una minaccia per la propria incolumità.

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Violenza sulle donne, i dati dello studio di telefono donna. (milano.cityrumors.it)

D’altra parte, la metà dei ragazzi intervistati hanno dichiarato che le ragazze anche se subiscono atti di violenza, se non denunciano, è colpa loro. Ma quasi 3 ragazze su 10 confessano di aver rinunciato a sporgere querela per “accontentare” il proprio partner. Per le giovani donne, la violenza di genere è sottovalutata, per gli uomini tale svalutazione dipende dalla classe politica.

Mentre le giovani donne si sentono sempre più sole, i giovani uomini dicono che, invece, se ne parla fin troppo, dando la colpa ai media esponendo troppo il problema. Quel che esce fuori dalla violenza di genere è una fotografia spaccata a metà: la diversa interpretazione tra quello che viene percepito dagli uomini e quello che viene percepito dalle donne è diametralmente opposta.

Uomini e donne: come viene vista la relazione affettiva

Nella ricerca il campione preso in esame ha riguardato giovani donne  tra i 16 e i 25 anni. Tra donne e uomini un dato comune c’è: ovvero per il 32% delle ragazze e per il 42% dei ragazzi la relazione affettiva è un mistero. Inoltre, sul latto del sesso, per 4 ragazzi su 10 (a fronte di 2 delle donne), la pornografia è il canale d’informazione preferito.

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Violenza sulle donne, i dati dello studio di telefono donna. (milano.cityrumors.it)

Le nuove generazioni si ritrovano a vivere in un mondo dove i diritti sono spiattellati ovunque ma dove i rapporti, di fatto, si consumano sui social e dove addirittura la musica trap, per le donne, contribuisce a diffondere una cultura maschilista.

Infine, alla domanda cos’è l’educazione affettiva, un ragazzo risponde: “Insegnare ai ragazzi a capire i loro sentimenti, accettarli e manifestarli secondo forme corrette. Significa insegnare a rispettare l’altro. Significa fare capire che un “no“ è un “no“”.

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Aumento delle richieste d’aiuto psicologico

Dallo studio condotto su oltre 100 milioni di ricoveri anonimi, emerge una generazione fragile e come la richiesta di aiuto psicologico e psichiatrico tra gli adolescenti è in crescita. Come riporta il Giorno, la fondatrice di Telefono Donna, Stefania Bartoccetti, spiega: “Dobbiamo aver chiaro in mente e nelle nostre future azioni che bisogna rafforzare e migliorare i messaggi nella direzione del rispetto delle relazioni e della loro ricchezza. Perché permangono delle zone di oscurità da parte di alcuni giovani. In particolare, mi riferisco all’universo dei social, che per i giovani rappresentano la zona d’ombra dal mondo, che però può risucchiarli senza aiutarli nei loro stessi bisogni”.

Alle parole di Bartoccetti, si aggiunge la voce di Valeria Negrini, vicepresidente di Fondazione Cariplo, che dice: “Di fronte a un mondo che tende all’individualismo, credo che sia necessario un lavoro tra gruppi di pari, costruire spazi di incontro, perché solo nella relazione e nello scambio può nascere un cambiamento, non nella conflittualità”.

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