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Cronaca

Travolto e ucciso sulle strisce pedonali. Pirata della strada minaccia di morte un testimone e fugge in Marocco, è ancora latitante

Nell’incidente stradale del 15 settembre 2018 Francesco Zibetti, travolto da un’automobile pirata, è morto. Da quel momento il suo assassino, un marocchino di 43 anni, è latitante. Gli sviluppi sul caso

La morte atroce dell’ex impiegato della Same, l’85enne Francesco Zibetti, investito da una macchina mentre attraversava le strisce pedonali, aveva suscitato rabbia e indignazione tra la comunità di via Buonarroti, a Treviglio. Il giorno dopo l’incidente gli abitanti avevano messo anche un cartello vicino al luogo del fatale sinistro con scritto: “Assassino, vergognati”.

Travolto e ucciso sulle strisce pedonali a Treviglio. Il pirata della strada fuggito in Marocco. E’ latitante (ansa) milano.cityrumors.it

Al coro di indignazione della popolazione di Treviglio si era aggiunto anche il Commissariato di polizia che aveva lanciato un appello al pirata della strada affinché si costituisse. Ma dell’uomo, un marocchino di 43 anni, nessuna traccia. Sono trascorsi quasi 6 anni da quel giorno in cui il pensionato Zibetti perse la vita. Oggi chiesti per l’imputato 6 anni di reclusione.

L’incidente

Era la sera del 15 settembre del 2018 quando Francesco Zibetti, pensionato 85enne, stava rientrando a casa. Sulle strisce pedonali stava per attraversare la strada  quando una macchina, poi identificata con una Kia di colore grigio, ad altissima velocità  (in quel punto il limite è di 50 km/h), lo aveva travolto scaraventandolo a terra.

Travolto e ucciso sulle strisce pedonali a Treviglio. Il pirata della strada fuggito in Marocco. E’ latitante (ansa) milano.cityrumors.it

Il guidatore dell’auto pirata, identificato con le iniziali M.R., un marocchino di 43 anni, invece di fermarsi e prestare soccorso all’uomo si era dato alla fuga. Il conducente della Kia da allora risulta ancora latitante.

Secondo gli inquirenti che seguono il caso, il marocchino molto probabilmente dopo l’incidente per sfuggire alla giustizia è scappato in Marocco. È finito a processo con l’accusa di omicidio stradale e fuga.

Il processo

Ieri, si è chiusa l’istruttoria per il processo indiziario a suo carico. Il pm Maria Esposito ha chiesto per l’imputato la condanna a sei anni. Il difensore d’ufficio del pirata, l’avvocato Michele Comotti, ha chiesto, invece, l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Quello che non è chiaro e se alla guida dell’automobile ci fosse davvero il 43enne marocchino, considerato che non è stato possibile un contraddittorio con l’uomo.

I familiari di Francesco Zibetti, nel processo non si sono costituitiparte civile. La sera dell’incidente, una coppia, vicini di casa della vittima e un marocchino senza fissa dimora, avevano assistito alla scena brutale.

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Il testimone clochard

Dei tre testimoni che avevano assistito all’incidente stradale, proprio il marocchino clochard, due giorni dopo il fatto si era presentato di sua spontanea volontà presso le autorità locali per raccontare cosa aveva visto. Quando venne sentito la prima volta il senzatetto fornì l’esatto modello della vettura, riconosciuta come una Kia grigio metallizzato nonché l’esatta identità di chi era al volante, ovvero il 43enne marocchino.

Il testimone aveva confessato agli investigatori, come riporta oggi anche il Giorno: “Io lo conosco e l’ho visto bene in faccia”. Ma quando il magrebino clochard venne cercato di nuovo non fu trovato dalle forze dell’ordine. Il testimone, secondo gli inquirenti che indagano sul caso, sarebbe stato minacciato di morte da gente vicine all’imputato.

Successivamente, durante i sopralluoghi e i vari accertamenti effettuati, gli investigatori ritrovano in un campo nelle campagne di Treviglio la macchina del 43enne marocchino, pirata della strada, completamente data alla fiamme.