Procedono le indagini sull’inchiesta per torture, maltrattamenti e lesioni avvenuti nel carcere minorile Beccaria di Milano ai danni di giovani detenuti. Sotto indagine le cartelle cliniche delle vittime
Nell’ambito delle indagini sulle torture e le violenze accadute e documentate all’interno del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, ora gli inquirenti hanno acquisito i referti medici dei detenuti vittime dei soprusi perpetuati a partire dalla fine del 2021 da parte dei 13 agenti di Polizia Penitenziaria attualmente agli arresti e altri otto sospesi dal servizio.
Quindi, nell’ambito delle indagini, la Procura di Milano ha disposto la presa in carico delle cartelle cliniche dei detenuti. L’obiettivo è quello di verificare l’esistenza di referti con prognosi ammorbidite o inesistenti dopo i pestaggi ripresi dalle telecamere di videosorveglianza interne dell’istituto. In alcuni casi i referti medici riportavano anche una prognosi di “zero giorni”.
Cosa emerge dalle indagini
Dopo le ultime notizie che riguardano i referti medici, dall’attività investigativa sono emerse altre testimonianze da parte di ex detenuti del penitenziario minorile milanese che sostengono di aver subito violenze o aver assistito agli abusi durante la loro permanenza nel carcere Beccaria.
Ovviamente i racconti dovranno essere tutti analizzati dagli inquirenti ma l’ipotesi che l’inchiesta includa molti altri “orrori” ancora celati e taciuti è sempre più evidente e concreta.
Lunedì prossimo inizieranno le audizioni dei ragazzi che si sono fatti avanti per i nuovi casi. I due pubblici ministeri, Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, con la collaborazione del procuratore aggiunto Letizia Mannella, ascolteranno non solo le vittime ma anche gli educatori e il personale sanitario della struttura detentiva.
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Interrogati tutti gli agenti indagati
Al gip Stefania Donadeo i 21 agenti indagati per le violenze nel carcere minorile Beccaria di Milano nel corso degli interrogatori hanno riferito di essere stati “abbandonati a loro stessi” parlando di “forte stress e continua tensione legate alle condizioni di lavoro in un carcere sovraffollato”.
Sono queste le posizioni emerse nel corso degli interrogatori dai 13 poliziotti arrestati e gli altri 8 sospesi. Le deposizioni sono iniziate nei giorni scorsi e ieri si sono concluse. Quasi tutti gli agenti arrestati hanno chiesto, attraverso i loro avvocati, i domiciliari.
Mentre, alcuni degli agenti sospesi hanno chiesto la revoca del provvedimento. Sulle istanze il gip si esprimerà nei prossimi giorni, valutando ogni singola posizione degli indagati e tutti i dettagli emersi dagli interrogatori.