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Cronaca

Tod’s, ombre sul lusso Made in Italy: chi sono i tre manager indagati a Milano per caporalato nella filiera degli opifici cinesi

Secondo la Procura della Repubblica di Milano, Tod’s e tre suoi manager avrebbero ignorato le ispezioni dei carabinieri che denunciavano turni massacranti, paghe da fame e condizioni “para schiavistiche”.

Già nei mesi scorsi la Procura della Repubblica di Milano aveva messo nel mirino la casa di moda di lusso Tod’s spa ipotizzando il reato di caporalato e richiedendo l’amministrazione giudiziaria per il colosso del Made in Italy.

Tod’s, ombre sul lusso Made in Italy: chi sono i tre manager indagati a Milano per caporalato nella filiera degli opifici cinesi (ANSA FOTO) – MilanoCityrumors.it

Ciò che è emerso in queste ore è che tre manager della società, e l’azienda stessa, sono stati iscritti nel registro degli indagati proprio per caporalato. Se ad ottobre il pm Paolo Storari aveva posto l’accento sugli omessi controlli nella catena dei subappalti della produzione in opifici cinesi, adesso il magistrato ha chiesto Domenico Santoro un’interdittiva per Tod’s dalla pubblicizzazione dei propri prodotti per sei mesi.

La Procura, insomma, avrebbe individuato non più solo responsabilità omissive dei responsabili dell’azienda ma anche ipotesi dolose. Nel dettaglio, secondo il Nucleo ispettorato lavoro dei carabinieri, i manager non avrebbero tenuto minimamente conto dei risultati di alcune ispezioni negli opifici cinesi, sei tra le province di Milano, Pavia, Macerata e Fermo, e di audit su quei fornitori che davano atto di numerosi indici di sfruttamento dei lavoratori.

Made in Italy e laboratori cinesi: due mondi solo apparentemente distanti

I rilievi emersi riguardano gli orari di lavoro, le paghe, le norme di sicurezza e le condizioni alloggiative degradanti. Per la Procura i due mondi solo apparentemente distanti del lusso Made in Italy e dei laboratori cinesi clandestini sono entrati in connessione con un unico obiettivo. Ovvero, l’abbattimento dei costi e massimizzazione dei profitti attraverso elusione di norme. Negli ultimi diciotto mesi altri grandi marchi della moda italiana sono stati colpiti: Alviero Martini spa, Armani Operation, Manufactures Dior, Valentino Bags Lab e Loro Piana di Louis Vuitton.

Tornando nello specifico al caso di Tod’s, per le autorità l’azienda sarebbe responsabile di manodopera in condizioni di sfruttamento. Avrebbe quindi approfittato dello stato di bisogno di almeno 52 lavoratori di 6 diversi opifici attivi nella filiera del colosso marchigiano di calzature, pelletteria e abbigliamento guidato da Diego e Andrea Della Valle da oltre 1,1 miliardi di fatturato.

Diego Della Valle (ANSA FOTO) – MilanoCityrumors.it

Il giudice ha fissato l’udienza per la decisione sull’interdittiva il 3 dicembre. Bisogna ricordare che sia il Tribunale di Milano sia la Corte d’appello avevano rigettato la richiesta di amministrazione giudiziaria nei confronti di Tod’s. Sarà la Corte di Cassazione a decidere se riformare le decisioni della sezione misure di prevenzione. I giudici avevano comunque riconosciuto i gravi indizi delle “condizioni di lavoro ottocentesche” e di “para schiavitù” ma non la competenza territoriale della Procura di Milano.

Secondo l’attuale richiesta di misura cautelare lo sfruttamento di cittadini, soprattutto cinesi negli opifici anche di Senago e nelle province dio Macerata e Fermo (Monte San Giusto e Torre San Patrizio), sarebbe invece avvenuta con la “piena consapevolezza” e la “condotta dolosa” da parte di tre manager di Tod’s: Simone Bernardini, Operations – Footwear and Lg Trade Compliance – Bom Manager, Mirko Bartoloni, Supply Chain Industrial Director e Vittorio Mascioni, Compliance specialist – Tempo e Metodo.

I pm devono pensare che non si può mettere alla berlina la reputazione di persone come noi né mettere in discussione il Made in Italy che rappresenta una delle eccellenze del nostro paese più forti in termini di competitività mondiale“, aveva detto Diego Della Valle il 10 ottobre in una conferenza stampa urgente dopo la notizia dell’indagine che coinvolgeva Tod’s, in quel momento da non indagata.