Gli episodi, risalenti al 23 novembre e 19 dicembre 2023, hanno portato alla sospensione delle licenze. È un primo passo verso la risoluzione del problema
Sono accaduti a poco meno di un mese di distanza l’uno dall’altro, eppure la dinamica, l’ambiente e la motivazione sono pressocché identici. Due tassisti di Milano, infatti, si sono visti sospendere la licenza a causa del rifiuto dei clienti che avrebbero pagato la corsa con il Pos. Tutto è accaduto a fine 2023 in zona Stazione Centrale.
Il primo caso in ordine temporale è avvenuto il 23 novembre 2023: il tassista, in questo caso, andava in piazza Luigi di Savoia e qui chiedeva alle persone in attesa di un taxi chi di loro avrebbe voluto pagare in contanti; nel caso di risposta negativa, rifiutava la corsa. Il secondo, invece, è accaduto il 19 dicembre dello stesso anno, vicino alla Stazione Centrale: la dinamica è la medesima. Ecco quindi le conseguenze per i due tassisti.
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Il primo caso
Nel caso del tassista di piazza Luigi di Savoia del 23 novembre 2023, a punire la condotta del tassista è stata la Polizia Locale, la quale ha poi inviato il verbale all’organismo che analizza i presunti comportamenti scorretti degli autisti del trasporto pubblico non di linea. Ricevuta la documentazione, i commissari hanno stabilito che il tassista abbia violato l’articolo 60 del Regolamento del bacino di traffico del sistema aeroportuale lombardo, che stabilisce gli obblighi generali dei conducenti.
Tra i vari obblighi, c’è anche quello “...di essere, durante l’attesa nei posteggi o presso le banchine di carico di aeroporti, stazioni e poli espositivi (con l’eccezione delle aree di accumulo), a disposizione del pubblico, in prossimità della propria autovettura e comunque in grado di rispondere tempestivamente alle richieste“. In questo caso, anche per via di una recidiva commessa entro cinque anni da questo episodio, il tassista si è visto sospendere la licenza per 45 giorni.
Il secondo caso
Il 23 dicembre 2023, sempre nei pressi della Stazione Centrale di Milano, un altro tassista avrebbe rifiutato una corsa comportandosi in modo scorretto nei confronti del cliente e, in un secondo momento, avrebbe preventivamente chiesto agli utenti in attesa se avessero pagato in contanti. In caso di risposta negativa, non li avrebbe fatti salire. Questa volta, la sanzione è stata ancora più grave: poiché anche questo tassista aveva un precedente, allora punito con una sospensione di 45 giorni, questa volta il periodo di sospensione si allunga a 68 giorni.
La difesa dei tassisti
I due conducenti, ora, possono impugnare queste decisioni al Tribunale amministrativo della Lombardia per far valere le proprie ragioni. Come prove porteranno i numeri dell’indagine Mistery Client condotta da Regione Lombardia, con la quale si valutano annualmente le qualità del servizio. Il report 2023 ha dimostrato che il 98.8% delle vetture analizzate possedeva il Pos e che, nel 97,9% dei casi, il tassista aveva accettato il pagamento digitale.