Prestanomi, riciclaggio e case ad Ibiza per party, arrestato imprenditore: tasse evase per 10 milioni

Prestanomi e società fittizie per creare una evasione da ben dieci milioni di euro: la scoperta della Guardia di Finanza e l’arresto di un imprenditore 49enne.

Arrestato Marco Terziano Luigi Negri, imprenditore attivo nel settore della logistica. A suo carico pendono le accuse di frode fiscale e autoriciclaggio. Secondo le informazioni raccolte, avrebbe dato spazio ad una rete di prestanomi e società fittizie, generando una possibile evasione del valore di svariati milioni di euro.

Guardia di Finanza
Guardia di Finanza indaga e scopre alcune attività illecite. Nei guai un imprenditore attivo nel settore della logistica (ANSA)

A scoprire tutto è stata la Guardia di Finanza che ha provveduto al sequestro dei dieci milioni di euro, in vista soprattutto della confisca del denaro. Un modus operandi scoperto dalle Fiamme Gialle che ha portato all’arresto dell’imprenditore di 49 anni.

Cosa emerge dalle indagini

Le indagini coordinate dal pubblico ministero Paolo Storari hanno permesso al personale della Guardia di Finanza di scoprire cosa avrebbe compiuto l’imprenditore italiano di 49 anni arrestati di recente. Avrebbe utilizzato anche delle società estere per dare vita all’attività di riciclaggio, il tutto derivato dai “guadagni” delle frodi fiscali.

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Guardia di Finanza e il sequestro ai danni di un imprenditore arrestato: svariati i milioni di euro contestati. Avrebbe agito con prestanomi, soldi riciclati e criptovalute (Immagine Rete)

Prima avrebbero acquisito dei capitali per poi investirli nuovamente nell’acquisto legale di criptovalute e anche di immobili ad Ibiza. Quest’ultimi, infatti, sarebbero stati utilizzati per l’organizzazione di feste ed eventi. La gip Anna Calabi ha eseguito il provvedimento e accertato quanto contestato all’imprenditore.

Proprio dagli elementi oggetto del sequestro si denota “una elevata professionalità nell’attività illecita da parte di Negri, che pare avere instaurato una vera e propria organizzazione dedita al riciclaggio, al servizio di tutti coloro che avevano la necessità di lavare il denaro“, si legge nella ricostruzione fornita dal magistrato. Per questo, di conseguenza, è stato disposto un provvedimento di sequestro.

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I collegamenti

Le indagini hanno messo in luce alcuni presunti collegamenti con altre società utilizzate per frodi fiscali. Si tratta nello specifico di collegamenti con un altro imprenditore, Antonio Suma, risultato essere al centro dell’indagine, insieme a cooperative utilizzate per fornitura di manodopera sul fronte della logistica. Lo stesso Suma avrebbe parlato nel corso dell’interrogatorio di una “attività illecita prestata. A Negri è stato riconosciuto un compenso pari al 30 per cento“, si legge in merito alla questione delle fatture emesse.

Disposta l’acquisizione di materiale informatico, file e chat con tanto di documentazione contabile. Ciò è diretta conseguenza delle perquisizioni, avvenute nell’abitazione e negli uffici di Suma, così come deciso dal magistrato che si occupa dell’inchiesta.

Fatture false

Il giro di false fatturazioni ammonterebbe a circa 10 milioni di euro: la somma in via preventiva è stata sequestrata. Secondo l’accusa, l’imprenditore avrebbe impiegato nuovamente il denaro nell’economia legale attraverso acquisto di proprietà immobiliare di alto valore e di criptovalute. Questo è quanto sarebbe emerso durante le indagini: gli inquirenti hanno deciso di mandare in carcere l’imprenditore di 49 anni.

L’entità delle movimentazioni di denaro è davvero considerevole ed egli percepisce dall’attività illecita un altrettanto considerevole profitto illecito, nell’ordine del 30% dell’ammontare delle somme che transitano dalle sue società“: si legge nella nota.

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