Armi, mazze e droga: cosa c’era nelle case di Baby gang e trapper. 40 arresti e 70 denunciati | VIDEO

Una quarantina tra maggiorenni e minorenni sono stati arrestati in 14 provincie d’Italia a seguito della maxi operazione della Polizia di Stato contro la criminalità giovanile legata al mondo delle baby gang e dei trapper

L’operazione contro la criminalità minorile portata avanti dalla Polizia di Stato ha interessato diverse regioni e provincie di Italia. Perquisizioni a tappeto e sequestri sono avvenuti soprattutto nel mondo delle baby gang legate ai trapper.

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Baby gang e trapper: sequestri a tappeto e perquisizioni in mezza Italia. 40 persone arrestate, 70 denunciate, anche minorenni (@x) milano.cityrumors.it

La maxi operazione è attualmente in corso in queste ore che sta impiegando oltre 500 operatori coordinati dallo Sco (Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato) in ben 14 province italiane, tra cui: Arezzo, Bari, Catania, Genova, Milano, Modena, Napoli, Palermo, Padova, Pescara, Reggio-Emilia, Rovigo, Salerno e Verona. Tutte al centro di recenti episodi delittuosi riconducibili a gruppi criminali giovanili.

La maxi operazione

L’attività investigativa è stata svolta dalle Squadre mobili della Polizia e dalle Sisco competenti, che, dopo aver monitorato anche tramite i social diversi soggetti e luoghi ritenuti connessi alla criminalità giovanile, sono entrati in azione nell’ambito del contrasto alle baby gang e allo street bullying.

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Baby gang e trapper: sequestri a tappeto e perquisizioni in mezza Italia. 40 persone arrestate, 70 denunciate, anche minorenni (@x) milano.cityrumors.it

In aiuto alla Polizia di Stato anche il lavoro investigativo operato da 135 equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine provenienti e alcune Unità cinofile per lo svolgimento delle attività antidroga. Oltre 40 le persone arrestate. Di queste, circa il 25% sono minorenni. Una settantina, invece, i denunciati. Anche in questo caso, su 70 querelati, 1/3 sono risultati minorenni.

Sequestrata droga e armi

La maxi operazione eseguita dagli agenti della Polizia di Stato ha riguardato in modo particolare le aree di aggregazione giovanile e le zone frequentate dal mondo dei trapper. Durante le perquisizioni, come riporta questa mattina il Giorno, sono state sequestrate pistole, armi da taglio e tirapugni nonché centinaia di dosi di droga.

Alcune delle dosi di sostanze stupefacenti sono state sequestrate addirittura nelle vicinanze di un istituto scolastico. Inoltre, sono stati perquisiti diverse somme di denaro per l’ammontare di circa 10 mila euro. Soldi ricavati dallo spaccio di droga.

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La mappa delle baby gang in Italia

Sono sempre più in aumento gli episodi di violenza criminale facente capo a diverse baby gang. Il fenomeno si è talmente espanso da essere analizzato a livello nazionale da specialisti. E’ il caso dello studio intitolato “Le gang giovanili in Italia”, elaborato da Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale delle università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Alma Mater Studiorum di Bologna e dell’università degli Studi di Perugia e pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno.

La ricerca sulla mappatura a livello nazionale delle baby gang si basa su dati rilevati con il supporto del Servizio analisi criminale della direzione centrale della Polizia criminale del dipartimento della Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno che, grazie anche ai contributi di Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza e Polizia penitenziaria, esamina i fenomeni legati alla baby criminalità in modo da poter comprenderne la complessità.

Dallo studio si evidenzia come l’identikit delle baby gang fotografa mediamente gruppi diffusi in tutte le regioni, con una leggera prevalenza nel Centro-Nord. Di norma tali gruppi sono composti da una decina di ragazzi, quasi tutti compresi tra i 15 e i 17 anni. Spesso sono italiani. L’organizzazione delle baby gang non comprende, in molti casi, una distinzione strutturata dei compiti al loro interno. Insieme i minori decidono di compiere atti violenti senza moventi specifici. Questo evidenzia espressioni di un disagio derivante il più delle volte da una mancata inclusione o assenza di modelli di riferimento familiari più che da una vera e propria volontà criminale.

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