Pavia, discarica abusiva nell’ex allevamento: sequestrate più di 2500 tonnellate di rifiuti, tra cui amianto

La Guardia di Finanza ha scoperto una discarica abusiva e laboratorio illegale nell’ex allevamento di suini di Candia Lomellina a Pavia

Più di 2500 tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi sono stati messi sotto sequestro dalla Guardia di Finanza a Candia Lomellna, in provincia di Pavia. L’area, di 50mila metri quadrati, un tempo era un allevamento di suini e oggi veniva usata in questo modo: ecco l’indagine.

Discarica abusiva a Pavia
Discarica abusiva a Pavia: cosa hanno trovato (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Il materiale è stato individuato e recuperato anche grazie alla collaborazione con Area di Varese. Analizzato per capire di che cosa si trattasse, si è scoperto che conteneva anche diverse lastre di amianto: alcune erano già frantumate. Ecco cosa si farà ora di quell’area e quali sono gli altri rifiuti trovati nella zona abusiva.

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Cos’è stato trovato

Oltre alle lastre di amianto già parzialmente frantumate, gli agenti della Guardia di Finanza hanno trovato anche molte cisterne contenenti reflui dell’allevamento di maiali. A causa di quanto è stato trovato, le Autorità hanno iniziato le attività di bonifica dell’area ed hanno denunciato il legale rappresentante dell’azienda proprietaria dei terreni che, tra l’altro, dovrà pagare tutti i costi relativi all’attività di bonifica.

Discarica abusiva a Pavia
Discarica abusiva a Pavia: cosa hanno trovato (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Le indagini sono state quindi avviate dalla Procura della Repubblica di Pavia che, durante i controlli nell’area della discarica abusiva, hanno scoperto anche un laboratorio abusivo.

Il laboratorio abusivo

Sempre nella zona dell’ex allevamento di suini, gli agenti hanno trovato un laboratorio abusivo che realizzava ornamenti e statue in gesso e scagliola. I resti e i detriti di questi lavori venivano smaltiti senza il processo di chiarificazione richiesto per legge. Nei pressi del laboratorio, gli agenti hanno trovato anche una tonnellata di cristalli di barite importati in modo illecito dalla Tunisia, noti anche come “la rosa del deserto”. I proprietari del terreno, quindi, dovranno spiegare questi ritrovamenti e dovranno pagare somme ingenti per la bonifica e non solo.

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