Sono stati acquisiti nuovi elementi inerenti l’omicidio di Andrea Bossi, il 26enne ucciso nella sua abitazione di Cairate. Sotto analisi oltre ai due cellulari dei due assassini anche altri 4 appartenenti ad altre 3 persone
Le indagini sul delitto di Cairate procedono spedite ed ora si attendono i risultati sulle perizie effettuate sui dispositivi tecnologici di Michele Caglioni e Douglas Carolo, i due 20enne accusati dell’omicidio del 26enne Andrea Bossi.
Insieme ai due cellulari dei due 20enni, in carcere da fine febbraio, si analizzeranno anche altri 4 telefonini appartenenti a tre persone considerate parte della cerchia di relazioni dei due killer di Cairate. Al massimo tra due mesi, fine giugno, i nuovi elementi potranno essere acquisiti dalla Procura di Busto Arsizio e portare un po’ più di chiarezza sulla morte del giovane.
Al via l’incidente probatorio
A due mesi dalla tragica morte del 26enne Andrea Bossi, ieri, venerdì 22 marzo 2024, ha preso finalmente il via l’incidente probatorio sui due cellulari di Michele Caglioni e Douglas Carolo, entrambi accusati dell’assassinio del giovane, e su altri quattro telefonini appartenenti ad altre tre persone tutte facenti parte del gruppo di amicizie dei due killer.
L’avvocato del 20enne Douglas Carolo, il legale Vincenzo Sparaco, come riporta il Giorno, ha dichiarato in merito: “Fra 60 giornicirca potremo avere la copia forense di questa perizia sui contenuti dei telefonini e analizzarla insieme al nostro perito. Nel contempo io e il mio collega Giammatteo Rona abbiamo depositato oggi (ieri, ndr) un’istanza per chiedere che venga di nuovo sentito Carolo”.
Ieri, dopo l’interrogatorio di Douglas Carolo dello scorso 2 marzo quando il giovane si era avvalso della facoltà di non rispondere in presenta del gip Anna Giorgetti e del pubblico ministero Francesca Parola, l’avvocato Sparaco richiede un nuovo interrogatorio per il suo assistito. Ora sarebbe pronto per parlare.
Gli accertamenti dei Ris
La Procura della Repubblica di Busto Arsizio, sempre nella giornata di ieri, venerdì 22 marzo, avrebbe dovuto avviare una serie di accertamenti, affidati al Ris di Parma, su diversi oggetti ritrovati nell’abitazione della vittima in via Mascheroni a Cairate la sera dell’omicidio, il 27 gennaio scorso.
Si tratterebbe del pesante posacenere, usato dagli assassini per colpire e stordire Andrea Bossi prima di essere accoltellato mortalmente e delle 2 paia di chiavi di casa del 26enne, che il 20enne Michele Caglioni, dopo essere stato arrestato, aveva fatto ritrovare. Ma oltre ai due oggetti, ci sarebbero anche altri indizi raccolti all’interno dell’appartamento di Bossi.
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Il mistero del coltello
Tra i vari oggetti rinvenuti e gli indizi ancora è giallo sul coltello con cui è stata inferta la coltellata mortale a Bossi. L’arma del delitto, a distanza di quasi tre mesi, ancora non si trova. L’avvocato del 20enne Douglas Carolo ha sottolineato: “Su questo passaggio abbiamo opposto una riserva, chiederemo che anche in questo caso si ricorra all’incidente probatorio”.
Infine, giovedì scorso, 21 marzo ad essere state ascoltate dagli inquirenti sono state le giovani amiche dei due killer di Cariate, Carolo e Caglioni. Un’udienza dovuta e di prassi usata per ricostruire le relazioni fra la vittima e i suoi due assassini 20enni. Tutto per cercare di arrivare al nocciolo della questione ancora avvolta nel mistero: il movente dell’omicidio.