Il naufragio nelle acque del lago Maggiore risale al 28 maggio 2023. Quattro persone, tra cui due agenti dell’Intelligence italiana, erano annegati. A distanza di dieci mesi dal dramma riaffiora la verità sugli 007 morti
A quasi un anno dalla tragedia avvenuta nelle acque del lago Maggiore ora spunta la verità sugli agenti dell’intelligence italiana morti annegati il 28 maggio 2023. A confermarlo una targa nella sede del Dis che stabilisce come gli 007 fossero su quell’imbarcazione per una missione segreta.
Le due vittime italiane, Tiziana Barnobi di 53 anni e il maresciallo dei carabinieri in forza all’Aise, Claudio Alonzi di 62 anni, hanno entrambi perso la vita “nelle acque del lago Maggiore nel corso dello svolgimento di una delicata attività operativa con servizi collegati esteri”.
Quel 28 maggio dello scorso anno a perdere la vita insieme a Erez Shimoni del Mossad e Anja Bozhkova, moglie dello skipper dell’imbarcazione, finito sotto indagine, Claudio Carminati, c’erano anche i due italiani Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi. Tutti e quattro erano a bordo della barca “la Gooduria” quando si inabissò sul fondale a 16 metri di profondità per colpa di un violento temporale.
A distanza di 10 mesi ora arriva la prima versione ufficiale su quel tragico incidente che indica come gli 007 si trovavano sull’imbarcazione in quel momento poiché era in corso “una delicata attività operativa con servizi collegati esteri”. A confermare il tutto qualche giorno fa è la nuova sede del Dis, (Dipartimento informazioni per la sicurezza) con la pubblicazione delle targhe dei due caduti in servizio.
La targa chiarisce, dunque per la prima volta, il motivo di quella che sino a oggi era stata definita una “gita tra colleghi”sulle acque del lago Maggiore. La spiegazione aiuta a comprendere cosa sia veramente accaduto quel pomeriggio dello scorso 28 maggio quando un’improvvisa tromba d’aria si abbattè a Lisanza, zona meridionale del Verbano, nelle vicinanze di Sesto Calende.
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Lo skipper e proprietario della “Gooduria” era Claudio Carminati, poi indagato dalla Procura di Busto Arsizio con l’ipotesi di reato di omicidio e naufragio colposo poiché, mentre le altre imbarcazioni si diressero verso il porto in vista del sopraggiungere del nubifragio quel tardo pomeriggio di fine maggio, lui decise di rimanere a 150 metri dalla costa.
A bordo dell’imbarcazione c’erano 21 passeggeri, uomini e donne tutti appartenenti ai servizi segreti italiani e israeliani. Di questi solo 19 riuscirono a salvarsi mentre gli altri 4 rimasero intrappolate all’interno della barca che dapprima si capovolse e poi s’inabissò. Nei giorni successivi alla tragedia diverse le ipotesi avanzate sull’incidente.
Inizialmente si parlò di una gita informale tra ex colleghi radunati in occasione di un compleanno. Successivamente si era detto che era c’era stato un incontro di lavoro tra gli 007 a Milano, al termine del quale c’era stata una gita di piacere sul lago. Ma nessuna delle due ipotesi fu mai confermata. Oggi la verità dal Dis: “la delicata attività operativa” tra gli agenti segreti italiani e israeliani, 21 agenti dei servizi segreti: 8 dell’Aise e 13 del Mossad. Tutti in missione.