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Cronaca

Morte Stefano Ansaldi, forse non è stato suicidio. Riaperta l’indagine sul ginecologo sgozzato a Milano

Sulla morte del medico ginecologo Stefano Ansaldi, trovato sgozzato nei pressi della Stazione Centrale di Milano aleggia ancora il mistero. A 2 anni dalla morte si riapre l’indagine

Stefano Ansaldi, noto e apprezzato medico ginecologo nato a Benevento (Napoli) il 10 aprile del 1955 è stato trovato morto nei pressi della Stazione Centrale di Milano mentre si trovava in strada. Il decesso risale al 19 dicembre del 2021 e ora, a distanza di due anni, si riapre l’indagine. Il 65enne campano, secondo le recenti indagini, potrebbe non essersi suicidato come, in un primo momento, si era ipotizzato.

Morte Stefano Ansaldi, medico trovato sgozzato in strada a Milano. Riaperte le indagini sul caso, non è suicidio (ansa) milano.cityrumors.it

Per avere una maggiore chiarezza servono approfondite indagini sul caso. In modo particolare, quello che oggi è al vaglio degli inquirenti, secondo la decisione del gip Ileana Ramundo, che ha accolto la richiesta avanzata dai legali dei familiari del medico, è “un approfondimento di natura medico-legale” in modo da appurare, una volta per tutte, la causa della morte del 65enne. Omicidio o suicidio? 

I fatti

I legali della famiglia Ansaldi, gli avvocati Luigi Sena e Francesco Cangiano, hanno avanzato una richiesta, accolta dal gip di Milano, di procedere per la riapertura delle indagini inerenti la morte del ginecologo napoletano. La Procura, sul caso, aveva chiesto l’archiviazione.

Morte Stefano Ansaldi, medico trovato sgozzato in strada a Milano. Riaperte le indagini sul caso, non è suicidio (ansa) milano.cityrumors.it

Stefano Ansaldi è stato trovato sgozzato il 19 dicembre del 2021, in via Macchi, nei pressi della stazione Centrale di Milano. Inizialmente l’ipotesi avanzata dagli inquirenti era omicidio, magari una rapina finita nel peggiore dei modi. Poi, successivamente, le indagini hanno virato verso il suicidio del 65enne: l’uomo si sarebbe tolto la vita con una coltellata alla gola. Su questa ultima ipotesi nessuno dei familiari, amici e pazienti del dottore, ha mai creduto.

Adesso i nuovi accertamenti dovranno stabilire se il taglio alla gola “rimandi scientificamente a un gesto autolesivo”, come ipotizzato dai pubblici ministeri, oppure “a un evento omicidiario“, come invece sostengono da sempre i familiari di Ansaldi.

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I dubbi sul suicidio

Per il giudice il dubbio che il ginecologo campano si sia suicidato esiste. Come lo stesso magistrato ha dichiarato: “suscita perplessità la ricostruzione nei termini di un gesto autolesivo”, ovvero del suicidio”. La perplessità del giudice giunge dalle osservazioni dei professori Fernando Panarese e Pietrantonio Ricci, consulenti della famiglia Ansaldi, sulla base della relazione effettuata sull’accoltellamento.

Infatti, il magistrato sintetizza: “il taglio e la lesione occupa il lato destro del collo”, mentre, come evidenziato dai due consulenti: “un destrimane quale era il compianto dottor Ansaldi in caso di lesione auto-inferta, procede con la lama a partire dalla regione sottomandibolare sinistra”. In conclusione, spiega il gip che ha disposto la restituzione degli atti ai pubblici ministeri di Milano per nuove indagini con termine di quattro mesi, è evidente che occorre una “compiuta istruttoria medico-legale che tenga conto anche delle osservazioni medico legali dei consulenti di parte con approfondimenti scientifici sul taglio alla vena giugulare e sulla lesione parziale dell’arteria carotide”.