Nella notte tra venerdì e sabato un rogo devastante ha portato alla morte di tre persone, due anziani e il figlio. Le autorità stanno cercando di ricostruire quanto accaduto.
Prende sempre più corpo l’ipotesi che l’incendio di Cornaredo, in provincia di Milano, sia il risultato di un atto doloso, causato da una sostanza rilevata in queste ore dal Nucleo investigativo regionale dei vigili del fuoco.
A questi ultimi, infatti, carabinieri di Corsico e Procura della Repubblica del capoluogo lombardo si sono affidati per chiarire le cause del rogo che è costato la vita ad un’intera famiglia e allo sgombero dello stabile di via Cairoli, 5. Le fiamme sono divampate nella notte tra venerdì e sabato ed in poco tempo non hanno lasciato scampa agli abitanti dell’appartamento al primo piano della palazzina.
Le vittime sono Benito Laria, di 88 anni, ex tranviere in pensione originario del Novarese, la moglie Carmela Greco, di 82, nata in provincia di Siracusa, e Carlo, di 55 anni, l’unico dei tre figli che viveva con loro. Il rogo, stando ai primi accertamenti, sarebbe partito proprio dalla camera occupata da Carlo. Il 55enne lavorava per una ditta di sorveglianza non armata, era a casa per curare l’ipertensione che l’aveva colpito in questo periodo ed in passato aveva sofferto di depressione.
Gli investigatori dei vigili del fuoco hanno rinvenuto nell’abitazione una “sostanza accelerante”, con ogni probabilità un liquido infiammabile. Sostanza “non compatibile” con i materiali che si trovavano nella camera dove dormiva il 55enne. È proprio da qui che, come già accennato, sono sicuramente divampate le fiamme. Sempre ieri chi indaga si è recato in obitorio, dove è stato portato il corpo carbonizzato, alla ricerca di eventuali riscontri della stessa sostanza, che gli sono stati trovati addosso.
Cos’è accaduto davvero in quell’abitazione di Cornaredo? Si è trattato di un gesto estremo del 55enne? Sono le domande a cui a questo punto sono chiamati a rispondere militari e Procura. Che agli atti delle indagini potrebbero acquisire anche le testimonianze dei vicini. Stando ai racconti, infatti, Benito era riuscito ad uscire dall’appartamento per dare l’allarme e cercare aiuto. Prima di rientrare in casa nel tentativo disperato di salvare la moglie che camminava a fatica col deambulatore, avrebbe detto: “Mio figlio sta bruciando”.
“Ho sentito gridare aiuto e poi picchiare alla mia porta e allora ho aperto e ho visto Benito che urlava di chiamare i pompieri. Aveva la porta aperta e dall’interno uscivano le fiamme. Poi e corso dentro e non l’ho più visto“, ha raccontato il vicino di pianerottolo. “È uscito e urlava che il figlio stava bruciando”, ha aggiunto l’altra vicina. Il tremendo incendio ha causato a Cornaredo anche un’emergenza abitativa.
La palazzina di sei piani è stata dichiarata inagibile. In totale sono state evacuate diciassette famiglie, che hanno potuto recuperare dagli appartamenti, scortati dalla protezione civile e dagli agenti della polizia municipale, solo alcuni oggetti di prima necessità. Circa cinquanta persone hanno al momento trovato rifugio da parenti e amici nel circondario, ma il Comune si è detto pronto anche ad ospitarle in un Centro polivalente.