Sono 18 le persone finite nel registro degli indagati della Procura di Milano con l’accusa di truffa aggravata. Le indagini partite dalla denuncia di un uomo dopo essere caduto nella trappola del raggiro
Il bilancio dell’operazione Portico della polizia di Stato contro le truffe telematiche ha portato alla perquisizione di ben 18 persone, ora indagate, in concorso tra loro, per truffa aggravata. Le indagini investigative hanno preso l’avvio circa un anno fa dopo la denuncia presentata da un 80enne milanese.
L’uomo, caduto nella trappola dei truffatori, è stato raggirato attraverso sms. Dal conto della vittima sono stati prelevati, con l’inganno, ben 241 mila euro. Le perquisizioni ai 18 indagati sono state eseguite tra la Toscana e la Campania.
La truffa via sms
La truffa è avvenuta per via telematica: l’80enne ha ricevuto un messaggio sul proprio telefono cellulare che, in apparenza, era riconducibile al classico servizio clienti della propria banca. Nell’sms si informava il cliente di un attacco informatico in corso sul suo cellulare e sui conti correnti ad esso collegati. Nel messaggio compariva un link dove si invitava il malcapitato a cliccarci sopra per avviare la procedura di blocco che avrebbe messo in sicurezza il suo capitale.
Dopo la procedura attuata dall’uomo, seguendo le indicazioni riportate dai truffatori, l’80enne ha ricevuto una telefonata di un finto operatore del servizio antifrode del proprio istituto bancario, che, dopo avergli confermato che il suo conto corrente era sotto attacco, lo ha indotto a spostare tutti i propri risparmi verso conti ritenuti molto più sicuri in modo da bloccare possibili ”prelievi non autorizzati”. Da quel momento sono scattati i trasferimenti dei soldi attraverso diversi bonifici eseguiti dal malcapitato verso Iban riconducibili a conti correnti italiani.
La tecnica della spoofing
L’uomo truffato è caduto nel raggiro poiché i criminali, per rendere più credibile il tutto, hanno usato uno degli espedienti che traggono in inganno. Parliamo del cosiddetto spoofing del numero di telefono da cui l’anziano ha ricevuto l’sms e la conseguente telefonata.
Usando la tecnica dello spoofing, infatti, è possibile inviare sms ed effettuare telefonate di tipo VoIp, sia attraverso computer che altri dispositivi informatici, potendo scegliere quale numero si vuole far apparire sul display del cellulare della persona da truffare. Così facendo la persona che riceve l’sms o la telefonata, vedendo un numero all’apparenza attendibile, è più propenso a fidarsi e, conseguentemente, a cadere nella rete del truffatore di turno.
Le indagini
Le indagini, condotte dal Cosc Lombardia, Centro operativo per la sicurezza cibernetica Lombardia, sotto la direzione della procura della Repubblica di Milano, ha permesso di ricostruire il sofisticato schematismo usato in modo truffaldino dai criminali che, nel tempo, ha portato un uomo originario di Milano a trasferire una somma complessiva di 241mila euro su conti correnti aperti e gestiti dai 18 truffatori.
Secondo gli accertamenti svolti dagli investigatori sui 18 soggetti indagati: 11 di questi presentavano già precedenti penali. 17 erano residenti in Campania e più precisamente nell’agro aversano, 8 a Napoli, 2 nella provincia di Salerno, Battipaglia, e uno a Livorno. In una nota divulgata dalla polizia viene evidenziato come, negli ultimi tempi, i reati di frode telematica sono aumentati notevolmente. Infatti, recentemente anche un’altra variante di truffa sta girando in Italia. E anche in questo caso la tecnica utilizzata prevede lo spoofing.
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I consigli anti frode della Polizia
Per evitare di cadere in truffe simili, la Polizia di Stato consiglia di diffidare complmente di chi, spacciandosi per un assistente del servizio clienti della propria banca o per un operatore della polizia postale, richiede il trasferimento di soldi tramite bonifici o pagamenti in qualsiasi forma.
La Polizia di Stato sottolinea, come anche ricordano gli stessi istituti bancari e postali, che le banche non chiedono mai ai propri clienti, né attraverso telefono né per email o sms, di eseguire movimentazioni di somme di denaro o di comunicare le proprie credenziali di accesso ai servizi di home banking. Se questo dovesse accadere sul vostro cellulare con la ricezione di un messaggio o una mail, sicuramente vi trovate davanti a dei truffatori telematici.