Il presunto Sistema deviato di Milano sull’edilizia e sull’urbanistica è stato scomposto in più filoni. Per uno di essi, quello basato sulla corruzione, è chiamato a deciderne le sorti la Suprema Corte.
Maxi inchiesta sulla gestione dell’urbanistica a Milano. È attesa nelle prossime ore la decisione della Corte di Cassazione sulle impugnazioni delle ordinanze del Tribunale Riesame.

In ballo, per il cosiddetto Sistema deviato di Milano, c’è l’ipotesi di corruzione. Il sostituto procuratore generale Cristina Marzagalli ha chiesto di dichiarare infondati i ricorsi presentati dalla Procura contro i provvedimenti con cui sono stati revocati, ad agosto, gli arresti per il patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri, il solo finito in carcere, e per uno dei componenti della commissione paesaggio, Alessandro Scandurra, tra gli indagati che a luglio sono stati posti ai domiciliari.
Già nei giorni scorsi il pg aveva proposto il rigetto dell’atto di impugnazione dei pm milanesi dell’ordinanza con cui i giudici avevano annullato gli arresti anche per il ceo di Coima, Manfredi Catella. Il difensore di Scandurra, Giacomo Lunghini, ha invece chiesto di dichiarare l’inammissibilità del ricorso dei pubblici ministeri. Una vera e propria matassa quella che la Suprema Corte è chiamata a sbrogliare.
Il caso delle Park Towers di via Crescenzago è già arrivato a processo
In programma anche le discussioni delle difese dell’ex assessore Giancarlo Tancredi, dell’ex presidente della Commissione, Giuseppe Marinoni, e del manager privato Federico Pella. I tre hanno presentato ricorso nonostante il Riesame abbia riqualificato l’accusa di corruzione in atti contrari ai doveri d’ufficio, sostituendo i domiciliari con una misura interdittiva.
Intanto un altro filone dell’inchiesta, quello sul caso delle Park Towers di via Crescenzago, è già arrivato a processo e questa mattina si è tenuta la prima udienza. Per la vicenda di quei tre edifici alti rispettivamente 81, 59 e 10 metri per un totale di 113 appartamenti, sono imputati (contestato anche il falso nelle imputazioni) l’immobiliarista Andrea Bezziccheri di Bluestone, il progettista Sergio Francesco Maria Asti, tre ex dirigenti e funzionari dello Sportello Unico Edilizia del Comune, Carla Barone, Francesco Rosata e Maurizio De Luca, e Roberto Vederio, rappresentante legale della Devero Costruzioni.

Un’operazione immobiliare, per l’accusa, realizzata, come altre, attraverso un’autocertificazione veloce per una ristrutturazione e non nuova costruzione, ossia la Scia, e non con un piano attuativo. La giudice della decima penale Cristina Dani ha ammesso tutti i testimoni richiesti dalle parti e ha fissato udienze per il dibattimento dal 22 gennaio fino al 27 maggio.
I pm hanno fatto presente che “c’è l’interesse pubblico, perché si tratta di fatti di rilievo nazionale, di procedimenti che hanno un importante rilevanza anche tecnico-giuridica, non certo di spettacolarizzazione“. La Procura ha depositato una serie di documenti, tra cui sentenze di Cassazione, Tar e Consiglio di Stato sull’obbligo dei piani attuativi per le nuove costruzioni e consulenze tecniche.





