Milano, nessuna violenza sessuale sul lavoro: la vittima aveva 20 secondi per scappare

Il processo ha ribaltato le accuse: secondo i giudici, la donna avrebbe avuto tutto il tempo di dileguarsi. Cos’è successo

Siamo all’aeroporto di Milano Malpensa: una hostess in servizio denuncia che un’ex sindacalista, in servizio anch’egli nel medesimo snodo aeroportuale, l’avrebbe violentata proprio sul luogo di lavoro, ignorando la sua contrarietà. Già nel gennaio 2022 il Tribunale di Busto Arsizio si era pronunciato ma nelle scorse ore è arrivata anche la sentenza della Corte d’Appello: prosciolto.

Per il giudice nessuna violenza sessuale
Per il giudice nessuna violenza sessuale: ecco qual è la motivazione (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Già nel 2022, la sentenza era stata quella di assoluzione e oggi i giudici della Corte d’Appello hanno confermato quanto avevano già pronunciato i colleghi due anni fa. Dal processo, infatti, emerge che l’imputato non avrebbe adoperato violenza tale da mettere la hostess in una situazione pericolosa: il motivo è da ricercare in un lasso temporale di 20 secondi.

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Venti secondi

Secondo i giudici, la donna avrebbe reagito ai movimenti dell’uomo, descritti in tribunale come “toccamenti repentini”, solo dopo venti secondi: questo lasso temporale, sempre secondo la Corte, le avrebbe dato il tempo di dileguarsi o di chiedere aiuto, cosa che di fatto non sembrerebbe successa. “La sentenza della Corte d’Appello è ancora più chiara a proposito della totale insussistenza del reato di violenza sessuale a carico del mio assistito Raffaele Meola” ha aggiunto Ivano Chiesa, che assiste l’ex sindacalista. “Il mio assistito non ha potuto, perché non era possibile, percepire un dissenso immediato, ma quando la presunta persona offesa ha espresso il suo diniego si è immediatamente fermato” ha poi detto il legale.

Per il giudice nessuna violenza sessuale
Per il giudice nessuna violenza sessuale: ecco qual è la motivazione (milano.cityrumors.it / pexels)

La Corte, quindi, sostiene che manchino del tutto i requisiti della violenza, della minaccia o dell’abuso di autorità per configurare il reato di violenza sessuale. Il ruolo dell’imputato, infatti, non configurava supremazia nei confronti della hostess. Inoltre, pare che i baci e i toccamenti “…siano poi stati protratti per un tempo di circa trenta secondi, in cui ella aveva continuato a sfogliare e a leggere i documenti, che per i giudici proverebbe che la donna non fosse in alcun “stato di timore” nei confronti dell’imputato.

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