Si intitola “We are family!” e sarà visibile solo fino a domenica 30 giugno. Il significato della nuova opera dedicata alle famiglie LGBTQ
A realizzarla sono stati Flavia Biondi, Elisa Macellari, Gio Quasirosso e Giopota sulle scale della Apple di piazza del Liberty a Milano. L’installazione celebra la famiglia in ogni sua forma e declinazione ed è stata realizzata proprio durante il mese del pride, durante il quale in tutt’Italia e in tutto il mondo si celebra l’accettazione sociale e personale LGBTQ+, quindi anche l’orgoglio di chi fa parte di questa comunità, la battaglia per i diritti e i risultati ottenuti.
Le immagini raccontano la famiglia da ogni punto di vista la si possa guardare e la descrivono come “luogo” in cui ogni diversità viene accettata e celebrata, oltre che generata e stimolata. La famiglia, quindi, viene rappresentata come un nucleo in continua trasformazione: ecco le parole di chi ha dato vita all’opera, visibile fino a domenica 30 giugno.
Leggi anche – Prima l’abbraccio inspiegabile, poi la triste scoperta: gli rubano il Rolex
Leggi anche – Fedez sbarca su OnlyFans: il sito per adulti ospiterà i suoi contenuti, cosa farà il cantautore | FOTO
“We are family!” sarà visibile fino a domenica 30 giugno sulle scale della Apple in Piazza del Liberty ed è stata realizzata in occasione del Milano Pride. “La famiglia è un diritto, un sentimento, un’esperienza, una visione dello stare insieme. Celebriamola in tutti i suoi colori” spiega la nota di presentazione in accompagnamento all’opera, a cui fanno eco le parole degli artisti stessi che l’hanno realizzata. Sul proprio profilo Instagram e Facebook, Elisa Macellari ha condiviso l’immagine della parte da lei disegnata e l’ha descritta, rivelando le sue intenzioni e la sua missione, nonché le sue ispirazioni.
“Mi sono chiesta come raccontare la famiglia contemporanea, che forma darle. Mi sono risposta che delle linee morbide e fluide si adattano bene a tutte le possibilità dell’oggi e del domani” ha spiegato, rivelando quindi il perché di queste scelte stilistiche. La sua storia riprende una frase di Natalia Ginzburg che scrive in Lessico Famigliare, in cui l’artista ammette di ritrovare l’universalità del rapporto che lega le persone che fanno parte dello stesso nucleo, per nascita o per scelta.