Il giornalista Klaus Davi al centro di una brutta vicenda razziale: spintonato, sputato e minacciato in viale Jenner a Milano da un gruppo di frequentatori della Moschea. Il racconto del cronista
Attimi di paura quelli vissuti da Klaus Davi che nella giornata di ieri, venerdì 21 giugno, nelle vicinanze del Centro islamico di viale Jenner a Milano ha ricevuto una serie di minacce, spintoni e perfino sputi da un gruppo di frequentatori della Moschea. Il giornalista era nei pressi del Centro di preghiera per realizzare alcune interviste ai passanti e ai frequentatori del luogo di culto sulla guerra in Medio Oriente e sugli ostaggi in mano ad Hamas.
Tutto si è svolto intorno le 13.00. In pochissimo tempo alcuni frequentatori del Centro islamico si sono avventati sul cronista spintonandolo per farlo allontanare dalla zona e urlandogli contro: “Siete degli assassini, vattene, figlio di put…. Ebreo di m…..ti ammazziamo”.
La brutale aggressione, ripresa in un video poi diffuso dalla stessa vittima, è andata in scena ieri verso l’ora di pranzo a Milano, in viale Jenner e sarebbe degenerata se alcuni passanti non fossero intervenuti a contenere l’ira funesta dei due aggressori di Kalus Davi.
Il giornalista, come riporta questa mattina anche il Giorno, ha dichiarato: “Stavo facendo sul viale delle domande sul 7 ottobre, sulla guerra in Medio Oriente, sugli ostaggi in mano ad Hamas, quando i due uomini mi hanno minacciato e spintonato e sputato. Ho cercato di mantenere la calma”.
Poi il cronista ha continuato dicendo: “La mia intenzione era semplicemente indagare sul punto di vista dei frequentatori del centro relativamente alla strage del 7 ottobre. E poi eravamo sul Viale, uno spazio pubblico, non all’interno del centro. La mia intenzione era rivolgere qualche domanda all’Imam. Ma non c’è stato verso e comunque ho rispettato la sua volontà di non parlare senza fare ingresso nella Moschea”.
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Nelle immagini video diffuse da Klaus Davi si vede chiaramente una scena eloquente. Il professionista si rivolge a un ragazzo frequentatore della moschea chiedendogli di accendergli una sigaretta. Ma il giovane è stato raggiunto da un uomo che gli ha intimato in arabo: “non farlo, è un ebreo”.
Davi, a questa strana scena ha commentato: “Mi ha molto colpito questa cosa, davvero inquietante. Sono per la libertà religiosa, ma che tipo di cultura viene veicolata in questi contesti? Che rischi sta correndo la Comunità Ebraica? Voglio precisare che ero solo e che non ho assolutamente allertato le forze dell’ordine perché non è mia abitudine farlo, non mi va di fare pagare ai contribuenti il costo della mia sicurezza solo perché faccio il mio lavoro, e detto sinceramente non avrei immaginato un tasso di aggressività e di controllo territoriale così capillare”.
In conclusione il giornalista dice: “Mai visto anche in zone molto complessi un simile marcamento del territorio. Ma qui non siamo a Ponticelli o a Caivano o ad Archi, qui siamo sulle strade di Milano. Lo Stato e la politica dovrebbero riflettere’‘.